Borgo
è l'unico rione il cui nome ha un'origine sassone, Burg, cioè un
piccolo villaggio racchiuso entro una cinta muraria. Il motivo per cui fu scelto
un nome non di origine latina si spiega con l'elevato numero di studenti sassoni
che abitavano questo rione.
Un
leone accucciato, la cui zampa anteriore destra è sollevata verso tre piccoli
monti sormontati da una stella. Il leone è lo stemma di papa Sisto V,
sotto il cui regno (1585-90) Borgo divenne rione di Roma.
In alcune versioni i tre monti poggiano su un forziere. Il tesoro e gli archivi
segreti del Vaticano erano stati trasferiti da Sisto V
a Castel S.Angelo, e nello stemma rionale essi sono
simbolicamente vigilati dal leone.
Nonostante
Borgo sia divenuto rione "solo" nel XVI secolo, la sua storia è
particolarmente ricca, e risale al primo periodo imperiale.
Sul lato occidentale del Tevere, appena fuori della città, nell'area compresa
fra il Gianicolo
e il più piccolo colle Vaticano,
l'imperatore Caligola
fece costruire un circo per le corse con le bighe, solitamente noto come Circo
di Nerone in quanto Claudio
prima e poi Nerone vi
apportarono delle migliorie. Al suo centro si ergeva come decorazione un obelisco
egiziano, lo stesso che ora si trova nel centro di piazza S.Pietro. Non
lontano sorgeva anche una piramide, che il popolo credeva trattarsi del luogo di
sepoltura di Remo (mentre la piramide di Caio Cestio,
simile a questa era ritenuta essere la tomba di suo fratello Romolo).
Nel
corso delle persecuzioni ad opera di Claudio
e Nerone molti
cristiani vennero qui uccisi, e fra di essi anche Pietro (morto nel 64 o 67 dC),
apostolo e primo papa della Chiesa di Roma, che fu anche sepolto nello stesso
luogo.
Quando l'imperatore Costantino il Grande vi eresse
la prima basilica di S.Pietro, una delle prime
chiese di Roma e certamente la più grande, il sito divenne un luogo di culto,
visitato da pellegrini provenienti da molte terre. Quest'ultimi erano soliti
accamparsi nei terreni circostanti la chiesa, dove un po' alla volta
cominciarono a sorgere ostelli e centri di carità. Nacque così il primo nucleo
del rione.
Papa Leone IV
(847-55) protesse la basilica e i suoi dintorni erigendo una cinta muraria,
denominando questo suburbio Civitas Nova ("Città Nuova"); col
tempo venne rinominata Civitas Leonina. Nel tardo Medioevo un lungo
camminamento che collegava il Vaticano a Castel S.Angelo
venne costruito sulla sommità di questo muro, qualche secolo più tardi il
passaggio venne coperto, e trasformato in galleria per buona parte della sua
lunghezza.
Poiché
la cittadella andava espandendosi, a metà del XVI secolo papa Pio IV
dovette costruire un altro muro quasi parallelo al primo, così da comprendere
entro la cinta muraria la parte del rione ormai in esubero, chiamata Borgo
Nuovo. Di lì a poco, nel 1586, l'intera cittadella entrò a far parte del
territorio urbano di Roma.
Il muro di Pio IV
seguiva una traiettoria diretta, che ancora oggi demarca il confine
settentrionale del rione; fu demolito nel tardo XIX secolo per consentire
la costruzione di nuovi fabbricati e la continua crescita del quartiere.
Poco dopo il 1930 l'intera parte centrale del rione, nota come "spina di
Borgo", venne drasticamente demolita per l'apertura di un larghissimo
viale, via della Conciliazione.
Le
parti che ne rimangono, soprattutto nella metà settentrionale, ancora mostrano
l'impianto stradale originale fatto di lunghe strade chiamate anch'esse borghi.
La chiesa rinascimentale di S.Maria
in Traspontina fu risparmiata dalla deplorevole demolizione, così
come pure si salvò la fontana che, da una piazza
non più esistente, venne spostata davanti a S.Andrea
della Valle.
Un'altro
sito interessante nella parte meridionale di Borgo è il complesso di Santo
Spirito in Sassia.
Nell'anno
728, dopo aver abdicato, il re Ine del Wessex lasciò la Gran Bretagna e venne a
Roma in pellegrinaggio, dove si accordò con papa Gregorio II
sulla realizzazione di una scuola per la comunità sassone che qui risiedeva. Il
complesso, che comprendeva anche un ostello e una chiesa, divenne noto come Schola
Saxonum ("scuola dei sassoni"), ed era situato presso la riva
occidentale del Tevere.
Il re Ine viene anche ricordato per aver introdotto un tributo chiamato romscot
(dal sassone occidentale Rom = "Roma" e scot = "tassa,
tributo"), in base al quale ogni famiglia del Wessex avrebbe pagato un
soldo all'anno per il mantenimento della basilica di S.Pietro.
La comunità che vi risiedeva chiamava questa cittadella Burg, donde
il nome latino burgus Saxonum esteso a tutto il rione, ed infine Borgo.
Assai presto altre scuole ed ospizi retti da comunità straniere sorsero in
quest'area, fra cui quelle dei Franchi e dei Longobardi.
Nel corso dei secoli seguenti, la Schola Saxonum fu danneggiata dal fuoco
in diverse circostanze, e subì quindi pesanti modifiche.
Quando vi venne fondato un ospedale retto dall'Ordine del Santo Spirito, verso
il 1200, anche il nome cambiò in Santo Spirito in Saxia.
Le
sue forme attuali risalgono ai secoli XV-XVI. La parte meridionale del rione,
però, mantenne il nome Saxia (oggi mutato in Sassia), ovviamente
riferito agli antichi abitanti sassoni.
Un elemento curioso sul muro dell'attuale complesso è una vecchia
"ruota". Le cosiddette "ruote" erano gli strumenti per mezzo
dei quali i neonati non desiderati potevano essere anonimamente lasciati presso
un convento anziché essere abbandonati in mezzo a una strada. Consistevano di
un cilindro cavo rotante, di legno, aperto su un lato. Dall'esterno, di solito
nottetempo, il neonato veniva deposto nel cilindro, che veniva poi fatto ruotare
verso l'interno, dove qualcuno si sarebbe preso cura dell'infante. Molte
istituzioni quali chiese, ospizi, conventi, ecc., avevano una "ruota",
ma questa sembra essere una delle pochissime ancora rimaste. Ovviamente oggi non
sono più in funzione, ma certamente lo erano non più di un secolo fa.
Sullo
stesso muro, una targa datata 1598 ricorda un'alluvione occorsa la vigilia di
Natale di quell'anno.
Il più importante edificio di Borgo è ovviamente Castel
S.Angelo, semplicemente "Castello" per i romani, comprendendo
anche lo stupendo ponte che diede il nome al Rione
V.
Questa struttura nacque come Hadrianeum, la monumentale tomba
dell'imperatore Adriano
il quale, ancora in vita, se la fece costruire sulle rive del Tevere appena
fuori della città, fra il 130 e il 139 dC. Consisteva in un alto cilindro
di travertino, poggiante su una base quadrata, raggiungibile dalla città a
mezzo del Pons Elius (ponte Sant'Angelo).
Quando
venne realizzato il muro di Aureliano, il mausoleo
agì da roccaforte, e per lungo tempo rimase a protezione di una piccola porta
cittadina che sorgeva sul lato opposto del ponte, dando accesso a Roma dall'area
del Vaticano.
Nel corso del Medioevo, questo divenne il principale percorso che dava accesso
alla basilica di S.Pietro: dal
mausoleo
di Adriano fin davanti alla chiesa si estendeva un lungo portico,
affollato di pellegrini e di venditori di oggetti-ricordo di ispirazione
religiosa.
Nel corso dei secoli molte aggiunte e modifiche alterarono la struttura del
castello fino a fargli assumere l'aspetto attuale, ma l'antica tomba romana di
forma cilindrica è ancora oggi al suo posto, come massa centrale dell'edificio.
Il
nome S.Angelo lo si deve a una leggenda. Nell'anno 590, durante una terribile
pestilenza, papa Gregorio
Magno vide in cima all'edificio un angelo nell'atto di inguainare la
spada, e tale visione segnò la fine della calamità. Dal tardo XI secolo,
sei diversi angeli o, meglio, arcangeli hanno stazionato in cima al castello. Il
primo, di legno, fu completamente usurato dall'esposizione permanente a sole,
vento e pioggia; il secondo, in marmo con ali di bronzo, si danneggiò durante
un assedio; il terzo, realizzato come il precedente, finì distrutto da un
fulmine; il quarto, di bronzo dorato, dovette essere sostituito quando il
metallo venne fuso per farne cannoni, nel XVI secolo; il quinto, di nuovo
in marmo e bronzo, durò circa 200 anni prima di essere rimpiazzato da quello
attuale, di bronzo, attorno al 1750. Il quinto angelo, comunque, è ancora
esposto nel castello.
Sin
dal X secolo Castel S.Angelo è appartenuto al
papato. Essendo ben collegato ai palazzi del Vaticano a mezzo dell'anzidetto
passaggio attraverso il muro, fungeva da rifugio sicuro per il pontefice e da
luogo di custodia per il tesoro, ma dal 1550 circa ospitò anche le malfamate
carceri papaline, per la detenzione soprattutto di prigionieri politici, in
alternativa a quelle di Tor di Nona nel rione Ponte.
Nei sotterranei del castello, le piccole celle per i detenuti comuni erano così
strette che era impossibile starvi in piedi o stesi in terra, e per alcune di
esse il prigioniero doveva persino essere calato dall'alto. I detenuti
importanti e di classi sociali superiori invece venivano custoditi in ambienti
decisamente più larghi, ad un livello più alto, sotto gli appartamenti
pontifici.
Nel
1870 il castello entrò in possesso del governo Italiano, e nel XX secolo
fu riconvertito in museo, mentre il suo profondo fossato è ora un giardino
pubblico.
Castel S.Angelo e la basilica di
S.Pietro,
ora nello Stato Vaticano, hanno da sempre rappresentato le due anime di Borgo,
quella temporale e quella spirituale: questo fu l'unico rione a ricevere in
dotazione due fontanelle rionali, una ispirata al castello (la Fontana
delle Palle di Cannone, e una ispirata alla sede pontificia, la Fontana
delle Tiare, situata appena fuori il colonnato sul lato nord di piazza S.
Pietro, che raffigura le insegne papali: il copricapo con la triplice
corona e le chiavi di S.Pietro.
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