Piazza Navona
Tra via dei Coronari e Corso Vittorio Emanuele II
BUS 46 62 64 70 80 81 116 492 628
Gioiello dell'epoca barocca, Piazza Navona è una delle piazze più belle di Roma.
La sua caratteristica forma allungata da nord a sud deriva dallo Stadio di
Domiziano, che con una lunghezza di 275 m e una larghezza di 106 occupava questo luogo dall'86 dopo Cristo. Nei sotterranei della Chiesa di
Sant'Agnese in Agone e sotto uno dei due lati curvi della piazza sono ancora visibili alcuni resti di questa vasta costruzione. In epoca precedente, sotto Cesare e
Augusto, sorgeva un recinto in legno per le gare chiamate Ludi Ginnici, mentre con
Nerone sorse un anfiteatro per i Ludi Quinquennali. Alcuni oratori vennero edificati sullo stadio già nel secolo
VIII, mentre nel XIII secolo sorsero varie case e torri e nel Rinascimento chiese e palazzi. Nella seconda metà del Quattrocento vi si trasferì il mercato del Campidoglio e Innocenzo III la pavimentò a mattoni. La vocazione di spazio pubblico della piazza fu ribadita nel XVII-XIX secolo, quando vi si tenevano gli agoni (giochi, gare, partite).
La piazza è ornata da tre fontane, da cui sgorga l'Acqua Vergine trovata da Agrippa nel 19 a.C. presso Salone. La statua dell'Etiope che lotta con un delfino, elemento centrale della
Fontana del Moro, è opera di Giovanni Antonio Mari che la scolpì nel 1654 secondo un bozzetto di
Gian Lorenzo Bernini. Venne richiesta da Olimpia Maidalchini per decorare la vasca di Giacomo Della Porta del 1575. Gli ornamenti della fontana, compresi i tritoni, sono una copia del 1874 di Luigi Amici, mentre la piscina che contiene la vasca è opera di
Bernini che lavorò seguendo un disegno di
Francesco Borromini.
Al centro della piazza, la Fontana dei Fiumi, opera del 1651 di Gian Lorenzo Bernini che si avvalse dei suoi migliori aiuti. Dominata da un
obelisco, imitazione del tempo di Domiziano, è formata da quattro statue in marmo bianco alte cinque m appoggiate al monolito posto in mezzo. Esse rappresentano il Nilo, simbolo dell'Africa ed eseguita da Antonio
Fancelli, il Gange di Claudio Poussin, che simboleggia l'Asia, il Rio della
Plata, simbolo dell'America, opera di Francesco Baratta, e infine per l'Europa Antonio Raggi scolpì il Danubio. La palma, il leone e il cavallo tra le statue dei fiumi sono opera dello stesso
Bernini, così come lo scoglio, alto 9 metri. L'obelisco è sormontato da una croce dorata su cui si trova una colomba con un ramoscello di olivo, stemma della famiglia
Pamphilj, alla quale apparteneva Innocenzo X, il committente dell'opera.
In fondo alla piazza, la Fontana del Nettuno, chiamata un tempo dei
Calderari. Era composta esclusivamente dal bacino e dalla vasca di Giacomo Della Porta fino al 1878, quando per esigenze di simmetria con la fontana del Moro, vennero aggiunti il Nettuno che lotta con una piovra di Antonio Della Bitta e nereidi, putti e cavalli eseguiti da Gregorio
Zappalà.
Sul lato ovest della piazza si erge la Chiesa di Sant'Agnese in
Agone, capolavoro barocco. Costruito da Girolamo Rainaldi tra il 1644 e il 1650, Palazzo Pamphilj si erge sulla sinistra della chiesa. Sull'altro lato, il Collegio Innocenziano del 1654, edificato su progetto di
Francesco Borromini. All'interno, il salone della biblioteca ha la volta affrescata da Francesco Cozza. Verso sud si erge Palazzo
Lancellotti, già Torres, costruito nel 1552 con cortile porticato arricchito da stucchi. All'interno, sale affrescate con Allegorie e storie di Rinaldo e Armida (1621-23), opera del Guercino e di Agostino Tassi.
Sul lato orientale della piazza si erge la Chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore di Bernardo
Rossellino, eretta nel 1450. Ristrutturata da Antonio da Sangallo il Giovane, nel 1879 venne rimaneggiata da Luca
Carimini. Il transetto fu tranciato per l'apertura di corso del Rinascimento negli anni Trenta del Novecento. Tripartita da lesene, la facciata conserva ancora nella parte inferiore elementi della costruzione originaria. Dei tre portali, il mediano è ornato nel timpano da angeli di Mino da Fiesole e Paolo
Taccone. L'interno è a sala, con tre navate dalle volte a crociera.