Musei Vaticani
Viale Vaticano
Tel: 06.69884947
Apertura: dal 1 apr al 31 ott: 8.45-16.45
dal 1 nov al 31 mar: 8.45-13.45
Chiuso la domenica eccetto l'ultima del mese quando l'ingresso è gratuito
M Cipro-Musei Vaticani
BUS 45b 49 51 80 907 990 991
I Musei Vaticani, disposti lungo 7km di gallerie e 11.000 stanze, comprendono:
MUSEO
EGIZIO
Contiene stele ed iscrizioni di epoche diverse, sarcofagi e mummie, statue di
epoca romana, ceramiche dalla protostoria all'epoca romana, tavolette
cuneiformi, sigilli mesopotamici, bassorilievi assiri provenienti da Ninive.
MUSEO
CHIARAMONTI
Prende nome dal casato del suo fondatore, Pio VII Chiaramonti 1800-23), che ne
affidò l'ordinamento al Canova.
Il Museo comprende il Corridoio, la Galleria Lapidaria e il Braccio
Nuovo.
Nel Corridoio, diviso in 60 sezioni, si può ammirare una interminabile serie di
statue, busti, sarcofagi, rilievi ecc.: circa 800 opere greco-romane. Nella
Galleria Lapidaria si trovano oltre 5000 iscrizioni pagane e cristiane. Nel
Braccio Nuovo, sono degne di particolare attenzione la statua di Augusto di
Prima Porta, la colossale Statua del Nilo e il Doriforo.
MUSEO
PIO CLEMENTINO
Gli ambienti del Palazzetto del Belvedere ospitano sculture greche e romane come
l'Apollo del Belvedere (130-140 d.C.), la statua di Hermes (copia
romana di età adrianea da originale greco in bronzo del IV sec. a.C.), l'Apoxyomenos
(copia dell'originale bronzeo di Lisippo), il gruppo del Laocoonte, il
Torso del Belvedere (opera neoattica del I sec. a.C.), la statua colossale di Antinoo
(foto), ecc.
MUSEO
GREGORIANO-ETRUSCO
Fu istituito da Gregorio XVI nel 1837 per accogliere le opere provenienti da
scavi eseguiti sul territorio dell'Etruria meridionale. In seguito si è
arricchito di vari acquisti e donazioni, diventando una delle più importanti
raccolte per l'arte etrusca.
ANTIQUARIUM
ROMANUM
È suddiviso in tre salette e raccoglie oggetti antichi soprattutto romani e
d'arti minori.
RACCOLTA
DEI VASI
Ospita principalmente ceramica greca ed etrusca a figure nere.
SALA
DELLA BIGA
Venne costruita al tempo di Pio VI (1775-99) e prende il nome dalla Biga,
esposta al centro della sala, opera romana del I sec. d.C.
GALLERIA
DEI CANDELABRI
Era una loggia che al tempo di Pio VI è stata suddivisa da arcate sostenute da
colonne e pilastri, in corrispondenza delle quali sono collocati i candelabri,
da cui la Galleria prende il nome.
GALLERIA
DEGLI ARAZZI
La galleria, decorata sotto Pio VI, prende nome dagli arazzi che vi furono
esposti nel 1814 e successivamente dal 1838 in poi.
GALLERIA
DELLE CARTE GEOGRAFICHE
La galleria prende il nome dalle carte geografiche dipinte sulle pareti in 40
riquadri, ciascuno dedicato ad una regione, a un'isola, a un particolare
territorio dell'Italia.
APPARTAMENTO
DI S. PIO V
Comprende due principali sezioni:
La
Galleria di S. Pio V: comprende arazzi della seconda metà del XV sec. e
della manifattura di un artista originario di Bruxelles.
Salette di S. Pio V: sono sale adibite soprattutto a mostre temporanee e
comprendono una Cappella omonima affrescata da Giorgio Vasari.
SALA
SOBIESKI
Chiamata così dal dipinto che occupa per intero la parete nord e raffigurante
la vittoria di Giovanni III Sobieski, re di Polonia, sui Turchi sotto le mura di
Vienna nel 1683. L'opera è del polacco Jan Matejko (1883).
SALA
DELL'IMMACOLATA
È situata nella torre Borgia e affrescata da Francesco Podesti con scene
relative al Dogma dell'Immacolata Concezione promulgato da Pio IX.
STANZE
E LOGGE DI RAFFAELLO
Le quattro sale comunemente dette "stanze di Raffaello" costituivano
insieme alla Sala dei Chiaroscuri, alla Sala Vecchia degli Svizzeri, al cubicolo
con annessa stufetta, alla Cappella Niccolina e alla Loggia, la nuova residenza
scelta da Giulio II al secondo piano del palazzo.
Disposte in serie, comunicanti tra loro, le quattro stanze furono costruite al
tempo di Niccolò V (1447-55). Sul finire del primo decennio del sec. XVI erano
intenti alla loro decorazione il Perugino, il Sodoma, Baldassarre Peruzzi, il
Bramantino, chiamati da Giulio II, il quale però nel 1508 assegnò al solo
Raffaello l'incarico di affrescarle. Il Sanzio vi lavorò per circa un decennio,
ma solo tre delle stanze si compirono prima della sua morte (1520).
COLLEZIONE
D'ARTE RELIGIOSA MODERNA
È costituita da varie centinaia di dipinti, sculture, incisioni, disegni,
donati da privati e dagli stessi artisti alla Santa Sede, e sistemati in 55
sale, il cui allestimento è stato inaugurato nel 1973 da Paolo VI. La visita ha
inizio dall'Appartamento Borgia, che prende nome dal Papa Alessandro VI, il
quale lo fece decorare di affreschi divenuti famosi, dovuti al Pinturicchio e
alla sua scuola.
CAPPELLA
SISTINA
Meritatamente uno dei luoghi più famosi del mondo, la Cappella Sistina è il
luogo dove si celebra il Conclave per l'elezione dei pontefici e si svolgono
altre solenni funzioni papali. Venne costruita tra il 1477 e il 1480 e prende il
nome da Papa Sisto IV, che ne ordinò la costruzione. È una grande aula
rettangolare, coperta a volta, bipartita da una transenna in marmo costruita,
con la cantoria, da Mino da Fiesole e da altri artisti.
Sulle pareti lunghe sono illustrate parallelamente la Vita di Mosè e la Vita
di Cristo, costituenti un complesso di straordinario interesse eseguito tra
il 1481 e il 1483 da Perugino, Botticelli, Cosimo Rosselli, Domenico Ghirlandaio
con le rispettive botteghe, di cui facevano parte il Pinturicchio, Piero di
Cosimo e altri; si aggiunse poi Luca Signorelli.
Ma l'intervento di gran lunga più famoso in questa mirabile cappella è senza
dubbio quello di Michelangelo, incaricato nel 1508 da Giulio II di decorare la
volta. Il tema prescelto può sintetizzarsi come la rappresentazione dell'umanità
in attesa della venuta del Messia. A distanza di oltre vent'anni, il Buonarroti
tornò nella Sistina su incarico di Paolo III (1534-49) per dipingere sulla
parete dietro l'altare il Giudizio Universale. Michelangelo lavorò a
quest'opera immensa dal 1536 al 1541.
BIBLIOTECA
APOSTOLICA
Fondata dal pontefice Niccolò V (144-55), la Biblioteca Apostolica trovò
sistemazione nella sede attuale al tempo di Sisto V (1585-90), per incarico del
quale Domenico Fontana costruì la lunga galleria.
PINACOTECA VATICANA
La
Pinacoteca Vaticana venne fondata da Pio VI nel 1799, e istituita ufficialmente
dopo il 1815, per raccogliere le opere d'arte sottratte precedentemente dalla
Francia e poi in buona parte restituite.
Nel corso la Pinacoteca Vaticana degli anni subì numerosi spostamenti, passando
dall'Appartamento Borgia alla Galleria degli Arazzi, infine venne riposta sotto
la Biblioteca e poi, nel 1932, venne inaugurata la sede definitiva. Nelle sedici
sale si possono ammirare i capolavori dei più grandi artisti.
SALE I e II
Dipinti della Scuola di Giotto e di altri artisti dei secoli XIII - XIV, quali
Giovanni Bonsi, Giovanni del Biondo, Giovanni Baronzio, Antonio Veneziano, oltre
a molti dipinti anonimi.
Ricordiamo il Trittico Stefaneschi, opera di Giotto stesso e dei suoi aiutanti,
la Madonna del Magnificat di B. Daddi, gli Episodi della Vita di San Nicola e Il
naufragio di Gentile da Fabriano.
SALA III
Sala in cui dominano le opere di Beato Angelico (1387 - 1455), tra cui la
Vergine tra i Santi Domenico e Caterina e le Storie di San Nicola.
Vi sono inoltre le opere di Filippo Lippi (Incoronazione della Vergine), e di
Benozzo Bozzoli (Il viaggio dei Magi).
SALA IV
Dedicata quasi esclusivamente a Melozzo da Forlì (1438 - 1494). Al centro della
parete si può ammirare l'affresco staccato raffigurante Sisto IV e Bartolomeo
Platina. Nella stessa sala: la Vergine in trono e Santi di Marco Palmezzano.
SALA V
Francesco del Cossa (1435 - 1477), Miracoli di San Vincenzo Ferreri, parte di un
trittico dipinto per San Petronio (Bologna).
SALA VI
Sala dei polittici. Contiene opere di vari artisti del secolo XV tra cui Carlo
Crivelli (Madonna con il Bambino), Antonio Vivarini (Sant'Antonio abate e otto
Santi), Guidoccio Gozzarelli (Storie di Santa Barbara).
SALA VII
Sala dedicata alla scuola umbra: il Perugino (Madonna in Trono con Bambino e
Santi), del 1495, il Pinturicchio (Incoronazione della Vergine), Tiberio
d'Assisi (Madonna con il Bambino), Giovanni Santi, padre di Raffaello (San
Girolamo in Trono).
SALA VIII
È la sala di Raffaello Sanzio (1483 - 1520). E' possibile ammirare le opere che
hanno segnato il percorso artistico di Raffaello.
Tra le principali ricordiamo l'Incoronazione della Vergine; Annunciazione,
Adorazione dei Re Magi, Presentazione al Tempio; Trasfigurazione.
SALA IX
Di Leonardo Da Vinci (1452-1519): San Girolamo, incompiuto; di Giovanni Bellini
(detto Giambellino, 1430 - 1516): Incoronazione della Vergine.
SALA X
Sala dominata dagli artisti veneti. Di Tiziano (1477-1576) Madonna di san Niccolò
dei Frari; di Paolo Veronese (1520-1588): Sant'Elena;
di Paris Bordone (1500 - 1571); di Pieter de Wit, di origine fiamminga, la Sacra
Famiglia con Sant'Anna e San Giovannino.
SALA XI
Di Federico Barocci: la Testa di Madonna, l'Annunciazione, la Madonna delle
Ciliegie e San Francesco che riceve le stimmate; di Giorgio Vasari: la
lapidazione di Santo Stefano. di Ippolito Scarsella detto lo Scarsellino: la
Visitazione di santa Elisabetta.
SALA XII
Opere del '600, secolo dominato dalla figura di Caravaggio (Michelangelo Merisi).
Del Caravaggio (1573-1610): la Deposizione di Cristo;
di Domenico Zampieri (detto il Domenichino 1581-1641) la Comunione di San
Girolamo e la Maddalena.
SALA XIII
Continua la sala precedente, con artisti vicini al Caravaggio. Di Orazio
Gentileschi: Giuditta; di Giovanni Lanfranco (Gesù Bambino addormentato);
di Vitreo Berettini da Cortona, la Madonna che appare a San Francesco.
SALA XIV
Dipinti di artisti del '600 e del '700 Di Pietro Paolo Rubens: il Trionfo di
Marte, di Peter Van Bloemen: Mandria di cavalli; di Giovanni Battista Gaulli
(detto il Baciccia): Angeli musicanti.
SALA XV
Sala dedicata ai ritratti. Di Gentile Bellini: il Doge Niccolò Marcello; di
Carlo Maratta: Ritratto di Clemente IX; di Giuseppe Maria Crespi: Ritratto di
Benedetto XIV;
SALA XVI
Raccolta di dipinti bizantini del XVI-XVIII secolo.Di Emanuele Zanfurnari:
Sepoltura di Efren.
MUSEO
GREGORIANO PROFANO
Il Museo Gregoriano Profano, fondato da Gregorio XVI nel 1844, è stato
inaugurato nella nuova sistemazione nel 1970. Le opere sono ordinate secondo
criteri didattici, liberate quanto più possibile da integrazioni arbitrarie e
restauri eccessivi. Nelle diverse sezioni trovano posto la collezione degli
originali greci, le copie e rielaborazioni romane da originali greci, le
sculture romane di età repubblicana e delle prima età imperiale, i sarcofagi e
le urne, le sculture romane di epoca più tarda.
MUSEO
PIO CRISTIANO
Fu istituito nel 854 da Pio IX, con sede nel Palazzo Lateranense, al fine di
raccogliere le antichità cristiane rinvenute negli scavi delle catacombe. Nel
1963 è stato trasferito in Vaticano.
MUSEO
MISSIONARIO ETNOLOGICO
Il materiale, assai numeroso e vario, è disposto secondo principi didattici,
intendendo documentare i culti religiosi delle varie civiltà fiorite negli
altri continenti. Si tratta di opere di cronologia molto estesa, andando da
un'epoca anteriore di secoli alla venuta di Cristo, fino al nostro tempo.
PADIGLIONE
DELLE CARROZZE
Istituito per volere di Paolo VI è stato sistemato nel 1973 in un locale
costruito sotto il Giardino Quadrato.
Vi sono raccolte carrozze dei pontefici o di cardinali, con finimenti vari, e
con documentazione grafica e fotografica di cortei solenni, con berline e
carrozze da viaggio per il trasporto giornaliero, nonché le prime automobili
usate dai sommi pontefici.
I
documenti più antichi dell'Archivio Segreto del Vaticano riguardano donazioni,
elenchi di Chiese, e di opere di carità.
Dal IV secolo in poi si parla di un vero e proprio archivio, dopo che venne
riconosciuta la Chiesa di Roma. In quel periodo di fervore teologico ed
artistico venne costruita la basilica di San Pietro.
Dal Medioevo l'archivio si ampliò e rimase presso il Laterano fino al secolo
XIII.
All'epoca di Gregorio Magno parte dell'Archivio Segreto Vaticano era custodita
all'interno della Basilica di San Pietro, presso la tomba di San Pietro, parte
nella Torre "chartularia", presso l'Arco di Tito, e parte nel
Vestiario o Guardaroba della Chiesa romana (Vestiarium Sanctae Romanae Ecclesiae),
presso il Laterano. Purtroppo è rimasto poco, per la fragilità del materiale,
per gli spostamenti spesso avventurosi e per le guerre e i saccheggi (tra cui
quello di Roma nel 1084).
Con Innocenzo III (1198-1216), nell'epoca di Francesco d'Assisi e Domenico di
Guzman, il fervore culturale, economico, politico e religioso produsse
abbondante materiale documentario che gli archivi del Vaticano dovevano
conservare.
L'Archivio Segreto Vaticano fu trasferito in Vaticano, e i registri divennero più
regolari. Purtroppo fu poi spostato insieme ai papi: a Lione, a Viterbo, con
Bonifacio VIII ad Anagni, con Benedetto XI a Perugia. Qui l'archivio del
Vaticano rimase per alcuni anni e poi fu inviato in parte in Francia e in parte
ad Assisi e infine ad Avignone. L'archivio subì danni e perdite anche a causa
dei conflitti, di cui sono conservate preziose testimonianze nell'attuale
Archivio Segreto Vaticano
Con Urbano VI e Bonifacio IX, Innocenzo VII e Gregorio XII, si sviluppava a Roma
un altro nucleo archivistico.
I documenti e i libri dell'Archivio Segreto Vaticano erano perciò dispersi tra
le varie sedi pontificie. Martino V (1417-1431) iniziò la ricomposizione del
materiale. Sisto IV (1471-1484) fondò la Biblioteca Vaticana, che conteneva una
bibliotheca secreta, destinata all'archivio. Alcuni documenti furono riposti a
Castel Sant'Angelo, e così vennero fortunosamente risparmiati durante il sacco
di Roma nel 1527.
Pio IV sentiva la necessità di un Archivio Segreto della Sante Sede
(l'appellativo segreto va inteso come privato, cioè non aperto al pubblico) e
fondò un Archivio Vaticano centrale nel Palazzo Apostolico in Vaticano.
Il progetto era grandioso e venne continuato dai suoi successori (Pio V,
Gregorio XIII, Sisto V, Clemente VIII). Con quest'ultimo si parla finalmente
dell'Archivio Vaticano di Castel Sant'Angelo, Archivum Arcis Sancti Angeli.
Paolo V ordinò che le scritture della Santa Sede e della Camera Apostolica
fossero consegnate ai Custodi della Biblioteca Vaticana o dell'Archivio di
Castel Sant'Angelo.
La sede del nuovo Archivio Vaticano era costituita da tre sale, adiacenti alla
Biblioteca Vaticana, affrescate da numerosi artisti, nelle quali fu sistemato,
fra il 1612 e il 1614, il primo nucleo dell'Archivio Segreto Vaticano.
Nel 1615 venne redatto il primo inventario dell'Archivio della Biblioteca
Vaticana.
L'Archivio Vaticano divenne gradualmente autonomo dalla Biblioteca Apostolica, e
nel 1630 si aggiunsero altre stanze per contenere il carteggio diplomatico della
Santa Sede. Nel 1783 l'archivio papale rimasto ad Avignone ritornò a Roma.
Nel 1810 Napoleone I volle trasferire l'Archivio e le opere d'arte a Parigi.
Esse tornarono in Vaticano fra il 1815 e il 1817, non senza danni e perdite.
Sotto Pio IX (1846-1878), il governo italiano requisì una parte dell'archivio.
Leone XIII (1878-1903) decise di aprire l' Archivio Segreto Vaticano alla
consultazione degli studiosi.
La liberalizzazione dell'accesso all'Archivio rese più qualificato il servizio
della Santa Sede e del suo Archivio al mondo della cultura e della ricerca.
Molti istituti culturali debbono la loro fondazione al gesto lungimirante di
Leone XIII. Ricordiamo la Scuola Francese, l'Istituto Storico Germanico,
l'Accademia Belga, l'Istituto Austriaco di Cultura, ecc.
Nel 1884 Leone XIII fondò la Scuola di Paleografia e Diplomatica per promuovere
gli studi di storia della Chiesa.
Dopo la prima guerra mondiale l'attività della Santa Sede nei rapporti
internazionali e nelle relazioni col mondo religioso e non cristiano aumentò, e
con essa la quantità di documenti prodotti. L' Archivio Segreto Vaticano acquisì
le stanze della Torre dei Venti, affrescate negli anni 1580-1582 da Niccolò
Circignani (detto il Pomarancio) e dai fiamminghi Matteo e Paolo Bril.
Dopo il secondo conflitto mondiale vennero messi a disposizione dell'Archivio i
locali sopra la galleria delle carte geografiche dei Musei Vaticani.
L'opera più impegnativa fu l'ampliamento dell'Archivio Segreto Vaticano con un
edificio inaugurato da Giovanni Paolo II il 18 ottobre 1980.
L'Archivio
Segreto Vaticano è una fonte inesauribile per gli studiosi. La consultazione è
consentita nei termini fissati dai pontefici; al presente essa si estende a
tutto il pontificato di Benedetto XV (1914-1922). Per il periodo successivo
l'archivio Vaticano resta ancora "segreto".