Pietro Lombardi si può considerare il Giacomo della Porta del '900. Fu
lo scultore architetto al quale il comune affidò la realizzazione delle
fontane rionali, che simboleggiavano, cioè, il rione al quale
appartenevano, rifacendosi ad un simbolo preciso, evidente ed
assolutamente riconoscibile, intorno al quale riunirsi, in casi o
avvenimenti sia fausti che infausti, nel quale riconoscersi e
diversificarsi. Il periodo storico in cui furono ideate e realizzate, fu
abbastanza particolare come produzione artistica ed architettonica. Il
Lombardi ebbe il pregio di non indulgere in produzioni ridondanti ed
apologetiche, ostentatorie di valori storici o pseudo tali, anzi, pur
non assurgendo a livelli di magnificenza progettuale, le fontane sono
piuttosto aggraziate e proporzionali, congeniali al tema al quale
dovevano dare risposta. Ricordiamo che i rioni presi in oggetto furono:
Campomarzio, Sant'Eustachio, Pigna, Borgo, Ripa, Tiburtino, Monti, Celio
e Trastevere. Furono inaugurate nel 1927 e precisamente il 27/10/1927,
quinto anniversario della marcia su Roma.
Percorrendo Via Margutta ci si imbatte nel curioso affastellarsi di
cavalletti, maschere scolpite, compassi sgabelli e alla sommità della
piramide granitica, un affascinante recipiente con pennelli e martelli
da scultore di varie grandezze e fogge. Sono le armi del mestiere degli
artisti, una volta abitanti in quella che era considerata la Mont-martre
romana, la strada delle illusioni artistiche, degli studi dei pittori,
scultori, fotografi, scrittori, artisti squattrinati che l'avevano
scelta come loro sede gia dal 1612 quando, come primo artista, vi si
istallò il pittore Gentileschi.
Un arco marmoreo inquadra sul paramento murario questo vero e proprio
monumento agli artisti. L'acqua fuoriesce dai mascheroni e dagli snodi
dei compassi e va a raccogliersi in una vasca sollevata dal livello
stradale e, che, traboccando da quest'ultima, rifluisce sino a terra
raccolta da una grata di ferro.
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