Siamo
davanti ad uno dei monumenti più caratteristici di Roma, simbolo della
vecchia e storica capitale, come le classiche immagini che vanno dal Colosseo
al Cupolone
o da fontana di Trevi
a questa del Tritone. Inconfondibile capolavoro del Bernini,
in effetti riempie l'occhio nel suo disegno fantasioso ed originale, non
privo d'imponenza, con questo suo tritone che soffiando in una grande
conchiglia, invece di un suono ne fa uscire un forte zampillo d'acqua.
E' bello tutto l'insieme, dalla conchiglia aperta dove sta seduto il
tritone, ai quattro delfini che con le code ne sostengono il peso, per
poi arrivare alla vasca dal bel disegno mistilineo, che come in tutte le
fontane del Bernini,
è molto bassa, per consentire la più ampia visione dell'acqua e di
tutto l'insieme. Può essere interessante sapere che il Bernini deve
parte del suo capolavoro nientemeno che a Stefano Maderno. Questi
infatti, fece per la fontana dell'Aquila in Vaticano, un tritone a
cavallo di un delfino e soffiante acqua da una conchiglia che vediamo
nel tritone berniniano. Come documentato, il tritone del Maderno è del
1611/12, cioè molto anteriore a quello del Bernini
(1642/43). Possiamo capire come quest'ultimo si sia ispirato, tanto
quasi da copiarlo, al Tritone del Maderno. In ogni caso niente toglie
alla grande personalità del Bernini,
al quale dobbiamo la poesia che sa ispirare da quest'opera, il disegno
ironico dei delfini dall'aria accigliata, la bella vasca, la grande
conchiglia con la forza e la delicatezza che l'artista ha messo nel
disegno e nella creazione di tutta la fontana. |