Lungo
il ponte
Flaminio, la cui architettura contrasta non poco con il prospiciente
quartiere costruito per ospitare gli atleti durante le Olimpiadi del
1960, non è facile distinguere una serie di fontane collocate nel
candido marmo. Il ponte doveva rappresentare la grandiosa entrata a Roma
da nord, alla confluenza delle consolari Cassia e Flaminia. Da qui si
poteva spaziare con lo sguardo dalle colline di Monte
Mario a quelle di Vigna Clara.
Fontane
centrali
Al
centro del ponte, presso le balaustre, si fronteggiano quattro fontane
che richiamano in forme amplificate, i classici "nasoni". Esse
si fronteggiano, due a due, con il cippo posto ortogonalmente all'asse
viario. Sono infatti costituite da un cippo verticale, con la sommità
arrotondata, sulla cui parete è collocata la bocchetta. Altre due
minori sono collocate nella parte inferiore del cippo. L'acqua scende in
un bacino poco elevato dal terreno, di forma rettangolare, con il lato
lungo parallelo alla strada. Il bordo più esterno è arrotondato.
Le
fontane sono inattive.
Fontane
esterne
Le
quattro fontane collocate su ciascun lato alle estremità del ponte sono
addossate ad un alto muro che ne costituisce il fondale, al quale è
addossata una vasca rettangolare che, al centro, presenta un'intaccatura
dalla quale l'acqua, per tracimazione, scende in un'altra vasca, pure di
forma rettangolare. I bordi delle due vasche sono ampi e arrotondati.
L'acqua proviene da cinque bocchette poste sul muro che è articolato,
lateralmente, con modanature appena emergenti.
Fontane
dei Piloni
Nei
piloni terminali del ponte
Flaminio, su cui insistono le arcate sotto le quali si snodano
il lungotevere dell'Acqua Acetosa e il lungotevere Salvo D'Acquisto, nei
lati dei due piloni verso la strada ci sono altrettante
nicchie all'interno di ciascuna delle quali si trova una semplice
fontanella con vasca aderente al pilone. Le fontane sono inattive. |