All'angolo
fra via di Ripetta e piazza Nicosia, il palazzo Galitzin presenta una
parete smussata (come l'opposto palazzo ad angolo con via del
Clementino) disegnata da bugne di bordo che riquadrano uno spazio, in
cui si susseguono, l'uno sotto l'altro diversi elementi: un'immagine
votiva della Madonna, una finestra celata da una fitta inferriata e una
fontana. Quest'ultima è costituita da una vasca in granito romano che
riceve acqua da due cannelle marmoree simmetriche poste sulla cortina
basamentale.
Insieme
con la fontana
Clementina, faceva parte del numero di fontane pubbliche che
vennero disseminate nella città con l'apertura dell'acquedotto vergine.
Così veniva soddisfatta la necessità d'acqua di quei papi munifici che
non solo dovevano legare il proprio nome ad una o più composizioni
acquatiche, ma anche saziare l'eterna sete del popolo romano.
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