In
un terreno arido ed incolto, in quello che dovrebbe essere un piacevole
parco urbano, luogo di sosta per gli anziani e di svago per i bambini,
si colloca questa fontanella, abbandonata a se stessa come il resto del
parco, oasi in uno squallido deserto comunale.
Un
piccolo gradino in travertino profilato e listato secondo tre radiali e
pavimentato in cubetti di porfido,fa da base al profondo catino
trilobato. Dal centro del catino si eleva un fusto articolato in tre
vaschette sagomate, il cui bordo si modana con un motivo a foglie.
Ciascuna vaschetta è coronata da una nicchia con decoro a volute sullo
sfondo delle quali una testa d'angelo ad ali spiegate soffia acqua che
dalla vaschetta si raccoglie nell'ampio catino sottostante. Spesso
rimane inattiva, nonostante la presenza degli alti muraglioni
dell'acquedotto Felice e abbandonata nonostante la vicinanza con la
basilica di S.
Croce,una delle più famose di Roma.
L'articolazione
a tre partiture, abbastanza inconsueta nelle fontanine rionali, si deve
forse alla particolare collocazione della fontana. In questa piazza, una
volta detta "Monte Cipollaro" dalle coltivazioni che vi
venivano fatte, confluivano tre grandi strade: una che rasentava le mura
dell'acquedotto, un'altra proveniente direttamente da S.
Giovanni in Laterano (oggi via Carlo felice), e l'ultima che
raggiungeva porta
Maggiore. |