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Santa Croce in Gerusalemme
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Piazza S. Croce in Gerusalemme |
06 |
Entra nella chiesa |
M Manzoni - San Giovanni |
BUS 14 30/ 105 516 649 |
La Basilica
La Basilica di S. Croce in Gerusalemme sorge alle pendici del colle Esquilino, in un'area ricca di storia e di valenze artistiche e culturali. Antica necropoli e poi zona residenziale extra urbana di proprietà imperiale, nel III - IV sec. d.C. vi sorgeva un complesso costituito da un palatium detto Sessorium, dalle Terme Eleniane, dal Circo Variano e dall'Anfiteatro Castrense, inglobato nelle Mura Aureliane tra il 271 e il 275 d.C. Una
tradizione antica e largamente documentata attribuisce a Costantino e a
sua madre Elena la costruzione della prima chiesa. Nel corso dei suoi sedici secoli di vita, la chiesa ha subito vari rifacimenti architettonici, accogliendo tra le sue mura tesori d'arte, di fede e di cultura. Restaurata sotto i papi Gregorio II (715-731) e Adriano I (772-795), alla metà del XII sec., sotto il pontificato di Lucio II (1144-45), subì la prima radicale trasformazione in stile romanico, con la divisione in tre navate e con l'aggiunta di un campanile e di un portico, anteposto alla facciata del IV sec. La trasformazione in stile barocco, che conferì a S.Croce l'aspetto attuale, si ebbe alla metà del '700, sotto il pontificato di Benedetto XIV (1740-1758), per opera degli architetti D.Gregorini e P.Passalacqua. All'epoca la ristrutturazione fu anche urbanistica, poiché fu spianato il tratto tra S.Croce e S. Giovanni e quindi completato il collegamento viario tra le tra Basiliche che "raccontano" la vita di Gesù - S.Croce, S.Giovanni e Santa Maria Maggiore - già iniziato da Sisto V alla fine del XVI sec. con la via Felice. Con la costruzione della prima chiesa nel palazzo imperiale, per volontà di Costantino e di sua madre Elena, l'area di S.Croce, già importante zona della Roma dei Cesari, ha continuato a svolgere un ruolo centrale anche nella Roma cristiana, con le vicine basiliche di S.Giovanni in Laterano, S.Maria Maggiore e gli Oratori di S.Maria del Buon Aiuto, della Scala Santa e di S.Margherita. L'area può contare anche su un ricco complesso museale, costituito dal Museo degli Strumenti musicali, della Fanteria, dei Granatieri di Sardegna e dal Museo della Basilica. "Qui
siamo nel vero Santuario della Croce!" Con queste parole il Santo
Padre Giovanni Paolo II ha salutato S.Croce in Gerusalemme durante la
visita pastorale del 25 marzo 1979. Dalla metà del '500 è nel percorso delle Sette Chiese voluto da S.Filippo Neri, è stata basilica giubilare in occasione degli Anni Santi straordinari della Redenzione e lo è ancora, per volontà di Giovanni Paolo II, in occasione del Grande Giubileo del 2000.
Cappella di Sant'Elena Scendendo per la cordonata di destra - decorata con splendide maioliche di fattura spagnola del XVI sec. - si accede alla piccola Cappella semisotterranea dedicata a Sant'Elena, madre dell'imperatore Costantino e artefice del miracoloso ritrovamento della Croce di Cristo. Storia
e leggenda si intrecciano intorno alla sua prodigiosa impresa che in
questo luogo - noto anche come Cubiculum Sanctae Helenae - si concluse. E'
qui, infatti, che secondo la tradizione la Santa Imperatrice depose le
preziose Reliquie, dopo aver cosparso il pavimento con la terra del
Calvario. Si ha notizia che già Valentiniano III (375-392), per esaudire un voto di sua madre Galla Placidia e della sorella Honoria, fece decorare la volta con uno splendido mosaico, celebre nel Medioevo, ma di cui non è rimasta traccia. Realizzato da Baldassarre Peruzzi forse in parte su disegno di Melozzo da Forlì,raffigurante Cristo Benedicente,gli Evangelisti e Storie della Croce.Ai quattro angoli: S.Silvestro, S.Elena con la Croce adorata dal card. Carvajal - committente dell'opera - S.Pietro e S.Paolo. Nella parte sottostante il mosaico sono da notare gli affreschi di Nicolò Circignani detto il Pomarancio (1590), anch'essi raffiguranti Storie della Vera Croce. La statua di Sant'Elena, sopra l'altare, è una copia della Giunone Vaticana opportunamente adattata con l'aggiunta dei simboli della Passione. In questa Cappella si potevano ammirare tre tele di Rubens - Sant'Elena, La Crocifissione e La Coronazione di spine, venduti all'inizio dell'800. Una copia della Coronazione di spine è visibile nel Museo della Basilica.
Sant'Elena Eusebio di Cesarea (265 circa-340), nella "Historia Ecclesiastica" e nel "De vita Costantini", narra che l'imperatore Adriano aveva fatto costruire dei templi pagani sul Calvario e sul S.Sepolcro, per far cadere nell'oblio la memoria degli avvenimenti cari ai cristiani. Terminate le persecuzioni e proclamato l'Editto di Tolleranza (313), l'imperatore Costantino fece demolire i templi pagani per innalzare in quegli stessi luoghi un nuovo grandioso tempio cristiano: l'Anastasis e Martyrion. In quest'epoca l'anziana madre dell'Imperatore intraprese un viaggio in Terra Santa. Elena era nata a Drepanum, in Bitinia, nel 250 e solo in tarda età aveva abbracciato la fede cristiana. Di umili origini - stabularia, cioè locandiera, la descrive S.Ambrogio - scelta come concubina e poi ripudiata da Costanzo Cloro, rimase nell'ombra fino a quando il figlio, divenuto Imperatore, la chiamò a corte con il titolo di Augusta. Gli antichi storici della Chiesa hanno tessuto l'elogio delle virtù cristiane di Elena. S.Ambrogio nel "De obitu Theodosii" ricorda il viaggio in Terra Santa con queste parole: "Si recò sul Golghota, i soldati videro quella vecchia donna, quella vecchia madre aggirarsi e inginocchiarsi tra le macerie - Ecco il luogo della battaglia: dov'è la vittoria?, disse Elena - Io sono sul trono e la croce del Signore nella polvere? Io sono in mezzo all'oro e il trionfo di Cristo tra le rovine? Vedo cosa hai fatto, o diavolo, perché fosse seppellita la spada che ti ha annientato!" Tanta fede e tanto coraggio fanno esclamare ad Ambrogio :"Beato fu Costantino per una tale madre". A lei la tradizione attribuisce il ritrovamento sul Calvario di tre croci che furono portate a Gerusalemme in processione e lì San Macario, vescovo della città, avendo invocato dal Signore un segno, distinse la croce di Gesù per il miracoloso ritorno in vita di un giovane toccato con il Santo Legno. S.Elena fece tre parti della Croce: una la lasciò a Gerusalemme, un'altra la mandò al figlio a Costantinopoli e portò la terza parte a Roma, con il Titolo, un chiodo e anche una gran quantità di terra del Calvario, con la quale cosparse il pavimento della Cappella a lei dedicata , cosicchè la Basilica ben presto fu denominata Santa Croce "in Hierusalem". Nel "cubiculum Sanctae Helenae", che la leggenda ha tramandato come la stanza privata dell'imperatrice, sono state custodite le Reliquie della Passione per più di un millennio.
Cappella delle Reliquie Le Reliquie della Passione del Signore furono conservate e venerate per più di un millennio nella cappella semisotterranea dedicata a S.Elena, l'anziana madre dell'imperatore Costantino, alla quale - secondo la tradizione - si deve il ritrovamento della Croce di Gesù. Nel 1570, a causa dell'umidità dell'ambiente, furono trasferite in un vano sopra la cordonata di destra, a cui si accedeva attraverso la clausura del monastero e con speciali permessi. Tale collocazione non consentiva agevolmente il passaggio dei pellegrini, il cui flusso andò aumentando nei tempi moderni. Per questo, durante l'Anno Santo del 1925 si pensò di costruire una Cappella di maggiore capacità e più facile accesso. L'attuale "Santuario della Croce" è stato ricavato nell'antica Sacrestia della Basilica su progetto dell'architetto Florestano Di Fausto. L'idea sottesa all'opera è quella del pellegrinaggio al Calvario meditando il mistero della Passione e Morte di Gesù, tema efficacemente espresso dai simboli lungo il percorso:varcato l'ingresso - in fondo alla navata di sinistra della Basilica - si entra subito nel clima meditativo davanti alla teca con la "Pars Crucis Boni Latronis"; poi una gradinata conduce al Vestibolo attraverso una porta a forma di croce: salendo i gradini si ripercorre la Passione di Gesù con le Stazioni della Via Crucis (in 14 gruppi bronzei di Giovanni Nicolini) alternate a citazioni tratte dal Nuovo Testamento e dalla Liturgia del Venerdì Santo; infine, dal Vestibolo e al di là di un'iconostàsi, si giunge alla visione delle Reliquie, custodite in sei preziosi reliquiari, realizzati del tutto o in parte nel corso dell'800 per sostituire quelli antichi confiscati nel 1798 dalla Repubblica Romana. La Cappella, realizzata in marmi policromi e arricchita anche dalle vetrate artistiche del Picchiarini e dai mosaici realizzati su disegno di Corrado Mezzana, fu inaugurata nel 1930 e ultimata nel 1952. I reliquiari sono stati custoditi in un armadio incastonato nella parete di fondo, che ne permetteva una visione solo frontale. Dopo la traslazione dell'11 novembre 1997, sono ora sull'altare della Cappella, completamente visibili e protetti da una teca di cristallo.
Reliquie della passione E'
tradizione antichissima che una parte della Croce del Signore sia stata
portata a Roma e venerata nella Basilica Sessoriana. Nel
corso dei secoli, poi, svariati frammenti del Sacro Legno sono stati
prelevati proprio dalla Reliquia Sessoriana per essere donati dai
Pontefici a personalità e santuari: Gregorio Magno ne mandò una
particella in dono a Reccaredo, re dei Visigoti; Leone X ne fece estrarre
una parte per donarla a Francesco I , re di Francia (1515) ; Urbano VIII
(1623-1644) volle donarne una parte alla Basilica Vaticana; anche Pio VI,
PioVII e Pio IX fecero prelevare altre particelle. Per
la reliquia del Titolo - la tavoletta di legno con una parte
dell'iscrizione Jesus Nazarenus Rex Iudaeorum in ebraico, greco e latino -
la tradizione ad un certo punto lascia il passo alla storia: Stefano
Infessura nel suo Diario, in data 1 febbraio 1492, racconta che questa
reliquia fu casualmente ritrovata durante i lavori di restauro in Basilica
voluti dal card. Mendoza. Nell'antichità
le reliquie venivano spesso messe in alto nelle chiese per preservarle dai
furti, ma nel caso del Titolo pare se ne fosse persa memoria, poiché
erano cadute le lettere musive che ne indicavano la collocazione. La
tradizione, invece, non attribuisce a S.Elena il ritrovamento della Corona
di Spine. Di questa reliquia si sa che era venerata a Costantinopoli già
ai tempi di Giustiniano. Durante l'Impero Latino d'Oriente (1204-1261) ne
vennero in possesso i Veneziani. Alle Reliquie della Passione di Cristo, nel corso dei secoli sono state aggiunte altre reliquie, quali i frammenti della grotta di Betlemme del S.Sepolcro e della colonna della Flagellazione, il patibulum del Buon Ladrone e la Falange del Dito di S.Tommaso, per completare la Catechesi sulla Passione. Per la Chiesa e per i pellegrini di ieri e di oggi, infatti, le Reliquie sono preziosi strumenti di catechesi, segni di un fatto certo, la cui venerazione può aiutare la meditazione sulle sofferenze che ricordano e riproporre il valore salvifico della Croce.
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