Per
molto tempo si è data la paternità di quest'opera a Domenico Fontana
che nel 1586, fece qui trasportare ed istallare l'alto obelisco
al quale è addossata. Esso è il più alto di Roma. La fontana,
in origine, non gli era addossata, ma leggermente discosta e nello
stesso orientamento in cui oggi la vediamo. Il Fontana non fa cenno
della fonte in un dettagliato libro che egli stesso pubblicò sulle sue
opere, nel quale tra l'altro descrive, l'istallazione dell'obelisco
e la spianata per la sistemazione della piazza circostante. La fontana,
infatti, appare solo in seguito, costruita a spese dei canonici
lateranensi negli anni che vanno dal 1603 al 1607, Sul piano in
alto, oggi vuoto, si trovavano due gigli medicei, fatti sistemare da Leone
XI nel 1605. Questi grandi gigli, come appare da stampe
antiche, fiancheggiavano la centrale statua marmorea di S. Giovanni
Evangelista, raffigurato seduto. Sia la statua che i gigli furono tolti
nell'ottocento perchè danneggiati da un fulmine (si dice fossero opera
dallo stesso autore delle Tartarughe
di piazza Mattei, Taddeo Landini), ma non se ne ha più traccia.
Come
si può osservare esaminando la fontana, abbiamo in alto, lungo il
listello all'altezza del collo dell'aquila, il simbolo araldico di Clemente
VIII Aldobrandini, ossia la banda contramerlata, sotto il
quale venne iniziata la costruzione nei primissimi anni del '600. I
draghi che gettano acqua e l'aquila, invece appartengono ai simboli
araldici di Paolo
V Borghese sotto il quale fu terminata nel 1607 la
costruzione della fontana. |