Questa
piazza al limite della città vaticana, delimitata dal profilo della Mole
Adriana, dal Tevere, dal Passetto, dal rione
Borgo, cambiò nome: si chiamò piazza di Castello, poi
piazza Pia ed ora è dedicata a papa Roncalli. Cambiò anche aspetto
più volte e quello attuale è sicuramente il più brutto.
Con
la demolizione della spina di Borgo e l'apertura di via della
Conciliazione, molti dei palazzi furono parzialmente o interamente
demoliti. E' qui che Alessandro
VI, aprendo la via Alessandrina, e Paolo
V, eseguendo le indicazioni di Carlo Fontana, avevano fatto
erigere una fontana. Nel 1849 fu demolita da papa Pio
IX, che ne fece ricostruire un'altra, nel 1862, su disegno
dell'architetto Martinucci. Si tratta di un'architettura con colonne e
architrave in cui fu inserita una tazza sorretta da due delfini. Con la
demolizione di Borgo la fontana fu smontata e collocata in Vaticano
(1942).
La
prospettiva di via della Conciliazione, con il suo freddo colonnato, i
marmi perennemente bianchi, che sembrano non subire l'azione
invecchiante del tempo, le facciate dei palazzi simmetrici eretti nel
1940, così disadorni nonostante gli stantii ordini architettonici in
cui furono progettati, contrastano con le architetture ricche di pathos
e tensione della basilica vaticana. Le due fontane di testata non
riescono ad inserirsi nell'ambiente: troppo vuoto lo spazio urbano
antistante, troppo uniforme il marmo contro il caldo rosso del laterizio
romano. Sono state poste simmetricamente rispetto all'asse della strada
e si inseriscono nel bianco della cortina basamentale dei due palazzi
con una grande piscina a livello del marciapiede, delimitata da uno
zoccolo mistilineo. Una vasca sorretta da due supporti raccoglie l'acqua
proveniente da una serrata fila di cannelle seminascoste da una mensola
che nasconde una fessura nel marmo. Non ci suggerisce nessuna emozione,
nonostante il contatto con un ambiente così ricco di memorie. |