Se
avessimo la fortuna di poterla ammirare dall'alto,magari da uno degli
appartamenti dei vecchi palazzi che delimitano l'aera di questa lato
della piazza,
potremmo apprezzare in pieno il bel disegno della vasca di pietrasanta e
quello della piscina al livello del suolo che venne eseguita in seguito
sullo stesso motivo, per dare slancio, armonia e imponenza all'insieme.
Infatti questa armonia di linee e la bellezza delle statue, degli
ornamenti e degli zampilli d'acqua, ne fanno senza dubbio una delle più
interessanti di Roma. La fontana è da attribuirsi al Bernini,
al quale appartiene l'idea generale per rendere più imponente la vasca
che papa Gregorio
XIII aveva affidato all'opera di Giacomo Della Porta nel
1575. La statua del moro è dello scultore Giovan Antonio Mari. Per
quanto riguarda i tritoni, quelli che vediamo oggi non sono gli
originali, eseguiti da vari scultori del cinquecento (quali: Taddeo
Landini, Giacobbe Silla Longhi, Egidio Della Riviera, Simone Moschino) e
spostati nel 1874 nel giardino del lago di villa Borghese. Questi che
vediamo oggi intorno alla statua centrale del moro, sono copie, di Luigi
Amici. Cambiamenti e spostamenti per le fontane di Roma sono ordinaria
amministrazione; solo che in questo caso, non si sa bene perchè, i
tritoni vennero addirittura sostituiti. Pare che venissero tolti per
essere restaurati, ma resta incomprensibile il fatto che invece di
rimetterli al loro posto d'origine, siano stati posti in un'altra
fontana. La statua del moro venne scolpita dal Mari su modello del Bernini,
proprio nella casa di quest'ultimo, in via della Mercede.Egli potè
così dirigerne pienamente l'esecuzione. Questo moro non è altro che un
imponente e muscoloso tritone che trattiene con la forza un delfino che
cerca di sfuggirgli tra le gambe. Furono i romani, pronti come al
solito, a dare subito il soprannome "moro" a questa statua,
forse traendo lo spunto dai lineamenti esotici/africani del viso.
Se
guardiamo bene il coro della statua, possiamo notare come il Bernini
si sia probabilmente ispirato, per il movimento di torsione, alla vicina
statua di Pasquino.
Dobbiamo infine ricordare che tale gruppo marmoreo ne sostituì un altro
assai celebre, soprannominato della Lumaca, opera del Bernini dove una
splendida conchiglia sostenuta da due piccoli delfini intrecciati
emetteva un alto zampillo, coronata da due alti getti laterali
provenienti dal catino da cui emergeva. Ma la composizione, forse
giudicata troppo piccola, non fu mai di pieno gradimento nè di Donna
Olimpia Maidalchini, nè di papa Innocenzo X (i due erano amanti e
cognati). Fu così trasferita nella villa Belrespiro sul Gianicolo dove
fa ancora bella mostra di se e sostituita dal possente moro. |