Una statua di sileno giacente adornava un'antica vasca quadrangolare di
marmo africano che Alessandro Grandi utilizzò addossandola al prospetto
principale del proprio edificio in via Paolina in cambio di alcune
misure di acqua concessegli da papa Pio IV, secondo una prassi
abbastanza diffusa a Roma nel sec. XVI. Dal momento dell'allacciamento
all'acquedotto alla edificazione della fontana passarono alcuni anni, ma
certamente fu attiva nel 1576. La bruttezza della statua (probabilmente
copia di un'antica divinità pagana sabina, a metà fra un uomo e una
capra, detta Sanco Fidio) doveva essere veramente notevole e l'arguto
popolo romano non perse tempo a ribattezzarla col nome di Babuino e con
tale epiteto divenne talmente celebre da determinare il mutamento del
toponimo della strada che da Via Paolina divenne appunto Via del Babuino,
grazie forse agli eventi successivi.
Quando infatti, il palazzo Grandi divenne proprietà dei
Boncompagni-Ludovisi il sileno fu inquadrato in una nicchia delimitata
da due lesene scandite da forti bugne che disegnavano anche la
specchiatura superiore incorniciata su cui si adagiavano due delfini che
emergevano dalla massa marmorea simile ad un mare tempestoso. (Ai due
delfini simbolo dei Boncompagni si deve l'attribuzione della fontana
alla volontà di Gregorio XIII Boncompagni).
La singolarità della fontana influenzò a tal punto i romani che
cominciarono ad attribuire delle capacità soprannaturali e la
annoverarono fra le quattro statue parlanti (insieme al Marfoglio
capitolino, il più celebre Pasquino, a Madama Lucrezia, all'Abate
Luigi) facenti parte del Congresso degli Arguti. Nel 1877 a causa dei
lavori della nuova rete fognaria, la fontana fu smembrata: il sileno
depositato nel palazzo cui era addossato passato di proprietà dei
Cerasi e la vasca termale ne sostituì quella del prospetto antistante
la Fontana di Giulio III a Via Flaminia, nota come l'Abbeveratoio del
Cardinal Borromeo o delle conche a Via Flaminia. Ma anche questa doveva
essere una sistemazione provvisoria. In seguito alle insistenze di
alcuni cittadini nel 1957, si decise la definitiva riattivazione della
fontana sempre in Via del Babuino, ma si scelse una nuova posizione e fu
così addossata alla facciata della chiesa di Sant'Atanasio dei Greci e
le fu restituita l'antica vasca termale dei delfini; di una ringhiera
che le era stata posta a protezione non se ne ha più traccia. |