ROMA SPQR

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Rione XX  Testaccio

 

 

Mappa del Rione

 

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Dove Dormire

 

Il rione che si estende nella zona pianeggiante a sud dell'Aventino, prende il nome dal monte formato con vasi di coccio (testae in latino) scartati dal porto dell'antica Roma.

Esso fu istituito nel 1921 distaccandolo da Ripa. Dal II secolo a.C. il graduale spostamento a sud delle strutture portuali del Tevere porta all'occupazione di questa zona, esterna alla cinta muraria. Sorgono conseguentemente grandi edifici pubblici e privati per il deposito temporaneo delle merci. Nella zona sono condotte molte altre attività commerciali, quali la vendita delle anfore reimpiegate nell'edilizia o la vendita dei marmi. La fornitura commerciale dello scalo fluviale rimane comunque strettamente legata alle vicende del porto di Ostia, da cui esso dipende. Dalla fine del III secolo d.C. le sue strutture edilizie decadono. Nel V secolo le invasioni barbariche contribuiscono allo spopolamento della zona che tale rimarrà fino all'era moderna. Gli orti e le campagne coltivate, da questo momento in poi, passano sotto la gestione dei grandi Monasteri dell'Aventino. La zona è utilizzata fino all'Ottocento come luogo di feste popolari e religiose e costituisce un punto di passaggio per il pellegrinaggio verso la Basilica di San Paolo. Lungo la riva del Fiume si mantengono le officine di marmorari, poichè il Tevere continua ad essere la via per il trasporto dei marmi. La trasformazione urbanistica del sito avviene alla fine dell'Ottocento, in seguito alla costruzione del mattatoio e del circostante quartiere popolare. Il Piano Regolatore del 1883 stabilisce la demolizione dell'antico Mattatoio presso la Porta Flaminia e la costruzione di un nuovo edificio nel sito "sottocorrente del fiume" tra Monte Testaccio, il Tevere e le Mura Aureliane. Conseguenza diretta di cinque secoli di attività commerciali è il Mons-Testaceus una collina artificiale alta 54 mt. con la circonferenza di circa 1 km., formato da Testae, cocci, in prevalenza frammenti di anfore, provenienti dalla Spagna e dall'Africa. Usate per il trasporto delle derrate alimentari e soprattutto dell'olio d'oliva. L'area di Monte Testaccio fu affidata a dei curatores con lo specifico compito di pianificare l'uso progressivo di un'area che fu subito assegnata a discarica. Un accumulo di tale entità è stato possibile solo grazie ad una attenta sistemazione dei cocci, che venivano prima pressati e poi collocati ordinatamente sulla parte superiore del monte. Alcuni dei cocci conservano ancora il marchio di fabbrica; I Tutuli Picti, scritture a pennello con il nome dell'esportatore; indicazioni sul contenuto; eventuali controlli eseguiti e la data consolare. Dopo essere stato abbandonato tra il 272-279 d.C. il Monte Testaccio fu teatro nel MedioEvo dei Ludi Testaccie. Durante la settimana santa si teneva la rappresentazione della Passione di Cristo. L'attuale Croce che corona il monte è solo un moderno ricordo di tali antiche celebrazioni. Nel '600 poi il monte fu usato come bersaglio dai bombardieri di Castel S. Angelo. Mentre tra il 1942 - 1944 fu usato come luogo per scaricare le grandi quantità di terra ricavata dagli scavi del Circo Massimo, e durante la II° Guerra Mondiale vi fu installata una batteria antiaerea della quale rimangono ancora visibili le piattaforme. Il Rione Testaccio, sulla riva sinistra del Tevere,si caratterizza per essere riuscito a mantenere il suo originario carattere provinciale, in contrasto con altre zone centrali di Roma che hanno perso quel fascino di zone familiari a dimensione umana, una caratteristica da questa zona è riuscita a conversare a dispetto dell'evoluzione di quest'ultimi anni. Il quartiere è famoso anche per una circostanza molto speciale. Fu proprio al Testaccio che la Roma, la squadra di calcio, aveva, negli anni trenta, il suo secondo mitico campo di calcio.
Nel rione sono elementi di interesse: Monte Testaccio, l'elemento paradigmatico della zona, Porta San Paolo, che si apre nelle mura Aureliane, sul tracciato dell'antica via Ostiense, la Piramide Cestia, posta a ridosso di Porta S. Paolo e delle Mura aureliane, Piazza Testaccio, Piazza dell'Emporio, Ponte Sublicio e Ponte Testaccio. La fontana di Pio IX, detta dai testaccini "Fontanone", la chiesa di S. Maria Liberatrice e l'omonima piazza tardo-ottocentesca, ed infine, ma non certo ultimo elemento caratterizzante del rione l'Ex Mattatoio.