Piazza di Spagna
Tra via del Corso e via Sistina
M Spagna BUS 52 53 61 71 85 117 160 850
Alla fine di via Condotti si apre la famosa Piazza di Spagna, uno degli ambienti più celebri e suggestivi di Roma.
Nota fino al XVII secolo come Platea Trinitatis per la Chiesa della
Trinità dei Monti
che la domina, venne chiamata piazza di Spagna per la presenza della residenza dell'ambasciatore spagnolo, mentre la parte verso via del Babuino fu denominata piazza di Francia. Così diventò il polo di attenzione delle due potenze e nel XVI secolo iniziò a rappresentare il fulcro della vita culturale e turistica della città. Gli artisti e i letterati che soggiornavano a Roma amavano trascorrervi parte del loro tempo. Vi sorsero alberghi e locande e durante l'Ottocento si moltiplicarono gli antiquari e i fotografi. Gli edifici, un tempo non più alti di due piani, furono alzati nei secoli XIX e
XX, ma la fisionomia della piazza è sostanzialmente rimasta quella del Seicento e del Settecento.
Elemento caratterizzante e dominante è la scenografica scalinata della Trinità dei Monti di epoca barocca. Già nel XVI secolo, un diplomatico francese, Stefano
Gouffier, aveva destinato un lascito per costruirla, ma essa venne realizzata solo nel 1723-26, per volontà di Innocenzo
XIII, da Francesco De Sanctis, che vinse una gara tra artisti. La scala rappresentò una soluzione al forte dislivello della piazza, prendendo il posto dei sentieri alberati che raggiungevano il
Pincio. Una successione di dodici rampe in travertino sale secondo un andamento sinuoso, dividendosi e riunendosi. Alla base si trovano cippi con gigli di Francia e aquile di Innocenzo
XIII, mentre in mezzo si apre una terrazza sulla piazza. Edifici, progettati anch'essi da De
Sanctis, la fiancheggiano e hanno la funzione di incorniciarla come quinte di un palcoscenico. A destra si trova la Casina Rossa, ammirabile dal 1989 nel suo colore originario, dove visse e morì John
Keats, sede della Fondazione Keats-Shelley Memorial e della relativa biblioteca. La costruzione di fronte ospita invece il
Babington's, la prima sala da tè della città. La scalinata, luogo affollato non solo dai turisti ma anche dai Romani, rivela tutto il suo fascino in primavera quando viene ricoperta da azalee variopinte.
Alla sua base si trova la Fontana della
Barcaccia, opera del 1629 di Pietro Bernini, che si avvalse per costruirla dell'aiuto del figlio Gian Lorenzo. Voluta da Urbano
VIII, e arricchita infatti con api e sole che ricordano i simboli araldici del pontefice, raffigura una barca semisommersa, sul punto di naufragare. Situata leggermente sotto il livello del suolo, con la sua posizione e l'oggetto che rappresenta risolse il problema dell'insufficiente pressione dell'acqua che non avrebbe permesso uno zampillo più alto.
Nella parte della piazza rivolta a sud est si erge la Colonna dell'Immacolata
Concezione, proveniente dal Monastero di Santa Maria della Concezione in Campo Marzio, dove fu ritrovata nel 1777 per essere poi posta in questo punto nel 1856 in memoria del dogma proclamato da Pio
IX. Alla sua sommità, la statua della Vergine in bronzo, mentre il basamento è decorato con statue di
Mosè, Isaia, Ezechiele e David e con quattro bassorilievi di Nicola Cantalamessa
Papotti, Giovanni Maria Benzoni e Pietro Galli. Oltre la colonna,
Palazzo di Propaganda
Fide, centro missionario del mondo cattolico con il lato prospettante sulla piazza di
Gian Lorenzo Bernini. Vicino si affaccia Palazzo di Spagna, già
Monaldeschi, sede dell'ambasciata spagnola dal 1647, prima presso lo Stato Pontificio e dal 1870 presso la Santa Sede. L'androne, lo scalone e il cortile vennero rinnovati da Antonio Del Grande nel 1647-55, mentre lo Spagnolo Antonio Celles ne trasformò radicalmente la facciata nel 1815. Al pianterreno e al mezzanino si aprono due ordini di tre finestre sullo zoccolo bugnato, mentre sugli altri due piani si possono vedere due file di nove finestre. Per la benedizione della
Colonna dell'Immacolata Concezione venne eretto un palco posticcio che lasciò poi il posto a due balconi sul piano nobile. L'ultimo intervento sulla facciata risale al 1932, quando fu costruito anche il balcone centrale. Nel 1868 venne invece decorato lo scalone centrale con l'affresco La consegna delle chiavi di
Granada. Splendide le sale all'interno che conservano opere interessanti come i due busti di
Bernini raffiguranti L'anima dannata e L'anima beata.