Alla sommità dell'Aventino si trova la piazza dedicata a Pietro d'Illiria, un ricco signore che fece costruire,a sue spese,la basilica di Santa
Sabina. Dalla piazza si accede sia alla chiesa sia al Parco Savello, comunemente conosciuto come "Parco degli Aranci".
Vi .è anche una storica fontana: quella del Campo Vaccino. Tale nome era attribuito al Foro Romano, quando dalla metà del 1500 la zona era adibita a pascolo di bovini. Benchè la zona fosse ricca d'acqua, si dovette attendere l'adduzione a Roma
dell'acqua Felice perchè si provvedesse a costruirvi una degna fontana, per adempiere ad un'assoluta necessità. La realizzazione fu affidata a Giacomo della Porta che utilizzò una bella vasca di granito circolare, rinvenuta nei pressi dell'arco di
Settimio Severo, l'accostò ad una specie di edicola, a volute laterali, su cui aveva fatto incidere dallo scalpellino B. Bassi, un grande mascherone, raccolto nella valva di una conchiglia, dalle ciglia aggrottate e dai grandi baffi che nascondevano la bocca d'acqua. L'opera andò a sostituire una
modesta vasca, che nel frattempo era stata collocata nel foro, eseguita da Matteo Bartolani. La bella composizione diede una nota d'importanza all'aerea, ma non ebbe tuttavia lunga vita. La bellezza della vasca aveva suscitato l'interesse di un altro progettista di fontane: Carlo Fontana, che propose di
utilizzare la fontana per adornare il piazzale antistante la nuova sede papale (il Quirinale) e di collocarla ai piedi dei Dioscuri. La sua idea venne approvata nel 1782 e realizzata solo nel 1816. La fontana di campo Vaccino aveva subito comunque numerosi maltrattamenti dai
carrettieri romani. Fu smembrata nel 1815 e il catino portato al monte Cavallo, mentre il mascherone, distrutto il prospetto su cui era poggiato, fu trasferito lungo la riva del Tevere di fronte a S. Giovanni dei Fiorentini.
Qui ebbe un fondale, non più bello del precedente. Fu addossato ad un modesto muro (e l'acqua si raccoglieva in un abbeveratoio) al porto leonino alla Lungara.
Ma anche questa fu una sistemazione provvisoria. Le inondazioni del Tevere erano divenute sempre più intollerabili e si decise di costruire i muraglioni, anche a scapito della distruzione di importanti opere d'arte,
come per esempio il porto di Ripetta. La fontana venne smontata nuovamente e depositata nei magazzini comunali nel 1890. Nel 1936 si decise di dare nuovo lustro al vecchio mascherone e si propose di collocarlo sull'Aventino. Non ebbe più nobili prospetti che gli facessero da sfondo, ma fu addossato al muro di
cinta in mattoni di cotto del Parco Savello. L'acqua si raccoglie in un'antica vasca termale in granito adorna di maniglioni in bassorilievo. Da qui, traboccando, si riversa nella sottostante piscina a livello terra. Il
mascherone del Della Porta ha trovato finalmente la pace desiderata e continua a svolgere egregiamente la sua antica funzione nella tranquillità dell'Aventino.
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