ROMA SPQR

Indietro Home Collabora Indice La tua attività Link Libro degli Ospiti

 

Teatro di Marcello

 

       Interno       Esterno

M

-----

Via del Teatro di Marcello

BUS

30  44  63  81  83  130  160  170  271  628  715  716  780  781

 

 

 

L'edificio, iniziato da Cesare e terminato da Augusto, occupò una parte del lato curvo del Circo Flaminio, costruito, quest'ultimo, nel 221 a.C. da C. Flaminius Nepos. I lavori per la costruzione del Teatro di Marcello erano già terminati nel 17 a.C., quando l'edificio fu utilizzato per i giochi secolari, ma la dedica avvenne solo nel 13 a.C., a Marcello, figlio di Ottavia, sorella di Augusto, ma anche marito della sua unica figlia, Giulia. Nipote e genero dunque, e forse prescelto anche per la successione ma morto prematuramente. Fu il giorno dell'inaugurazione che si verificò l'incidente popolarmente noto. Mentre gli attori si presentavano sulla scena, la sella curulis, sulla quale era seduto l'imperatore, si ruppe, provocando un bel capitombolo dell'augusto personaggio. Tra l'ansia dei senatori e del popolo, Augusto si rialzò sorridente e con un gesto della mano ordinò che si riprendesse la rappresentazione. La facciata esterna della cavea, tutta in travertino, era costituita, in origine, da 41 arcate inquadrate da 42 pilastri. L'altezza originaria era di metri 32,60 circa (quella conservata è poco più di 20). Sulle chiavi dei fornici vi erano grandi maschere teatrali in marmo. Si è calcolato che la cavea potesse contenere circa 15.000 spettatori. La scena, che doveva essere monumentale e riccamente ornata, era affiancata da due aule con absidi (di quella di sinistra rimangono ancora in piedi un pilastro e una colonna) ed aveva, nella parte posteriore, una grande esedra. In esso si tennero non solo spettacoli teatrali, ma, come dettava la moda del tempo, gare di poesia e musicali. Nella Roma cristiana, soppressi gli spettacoli teatrali, anche il teatro cadde in abbandono e divenne, come molti altri monumenti antichi, cava di materiale edilizio (si narra che venne utilizzato anche per restaurare ponte Cestio). Molto del materiale demolito  crollava sullo spazio antistante la riva del Tevere, formando un'altura da cui è nato il toponimo di Monte Savello. Dal XIII secolo il teatro fu trasformato in fortezza dai Fabi, dai Pierleoni e dai Savelli (dai quali il suddetto appellativo di Monte Savello), che commissionarono, nel 1519, a Baldassarre Peruzzi detto il Vignola, la costruzione del soprastante palazzo. Le arcate inferiori del teatro divennero sede di botteghe di artigiani, in prevalenza dei macellarii. Nel 1712, il palazzo fu acquistato dagli Orsini per il prezzo di 29.000 scudi dalla "Congregazione dei Baroni". Negli anni 1926-1932, l'edificio fu riportato al piano originario distruggendo gli edifici circostanti e restaurato. Purtroppo, piazza Montanara faceva parte di quegli edifici da eliminare: uno degli spazi spariti di Roma medioevale, dove un tempo sostavano gli scrivani pubblici e si davano convegno i contadini provenienti dalla campagna. La piazza si appoggiava quasi al Teatro e scendeva, allargandosi, verso la chiesa di S.Nicola in Carcere, dalla quale era divisa soltanto da un modesto edificio. Al centro della piazza si trovava una graziosa fontana cinquecentesca a stelo con doppio bacile, opera di Giacomo Della Porta, trasferita nella piazzetta di S.Simeone. Durante la risistemazione del Teatro, tornarono alla luce i templi di Apollo Sosiano e di Bellona, antistanti il Teatro di Marcello. Il tempio di Apollo Sosiano (cosiddetto perché ricostruito interamente da C. Sosio nel 34 a.C.) fu costruito nel 431 a.C., in seguito ad una pestilenza e perciò dedicato ad Apollo Medico. Il tempio fu demolito ed arretrato in occasione della costruzione del teatro. L'interno della cella era un vero e proprio museo, pieno di opere d'arte che i Romani avevano portato dalla Grecia nel II secolo a.C.: pitture di Aristide Tebano, statue di Philiscos di Rodi, l'Apollo con la cetra di Timarchides ed una statua di Apollo Saettante, che, nonostante rifacimenti in età imperiale, rivela ancora la sua origine greca, databile alla metà del V secolo a.C. Sul podio del tempio rimangono le tre magnifiche colonne corinzie alte, complessivamente, poco più di 14 metri: in origine, erano sei sulla fronte e tre sui lati. Nel tempio si svolgevano spesso riunioni del Senato, come nel vicino santuario di Bellona. Questo, costruito da Appio Claudio Cieco nel 296 a.C., mantiene le strutture del podio e quelle del portico: qui si svolgeva il rito della "lancia insanguinata", scagliata sopra la columna bellica in occasione della dichiarazione di guerra.