Ai
nn. 56-57 di piazza della Scala, una
casa, il cui aspetto attuale è settecentesco, presenta sul fianco ovest
mensole e anelli di pietra che sembrano essere testimonianza del fatto
che questo edificio in realtà inglobi una torre medioevale. Gli anelli,
che presumibilmente dovevano servire a farvi scorrere serrande o ad
appoggiarvi strutture lignee provvisorie, potrebbero trovare un
parallelismo con gli anelli posti in cima a Tor
Sanguigna.
Inoltre su questa piazza, verso la metà del secolo scorso, l'Adinolfi
vide una casa con un piccolo portico (oggi scomparso), che forse poteva
far parte del medesimo complesso della torre.
Non è da escludere che tale complesso potesse essere di proprietà
della famiglia Stefaneschi; infatti l'Adinolfi dichiara che la casa
porticata appartenne agli Annibaldi che furono imparentati con gli
Stefaneschi. E noi sappiamo che questa famiglia, una delle più
importanti e potenti a Roma nel Medioevo, dimorò dapprima sul Palatino,
quindi proprio presso la basilica di S.
Maria in Trastevere.
Gli Stefaneschi ebbero la loro maggiore potenza nei secc. XIII - XIV;
numerosi suoi membri furono senatori della città o cardinali. I più
noti sono:
- Pietro Stefaneschi, podestà di Firenze nel 1280, rettore di Romagna
(1286-88) e senatore di Roma nel 1293, nel 1299 e nel 1302;
- Jacopo (1270-1341), fratello di Pietro,cardinale diacono di S.
Giorgio in Velabro da Bonifacio
VIII (1295); uomo colto e di gusto, abile diplomatico e
protettore delle arti, commissionò a Giotto il famoso mosaico con la Navicella
nell'atrio di S. Pietro (oggi scomparso: ne rimangono solo due angeli,
uno nelle Grotte Vaticane e uno a Boville Ernica) e il polittico
per l'altare maggiore, oggi nella Pinacoteca Vaticana; al Cavallini
commissionò un affresco per l'abside della sua chiesa titolare di S.
Giorgio in Velabro;
- Bertoldo, fratello di Pietro e Iacopo, che fece ornare con mosaici
dallo stesso Cavallini l'abside di S.
Maria in Trastevere;
- Giovanni, figlio di Pietro, senatore di Roma nel 1309
|