Il ritratto marmoreo di Paolina che posa in
levigatissime forme, viene considerato un apice dello stile neoclassico.
Il pomo che Paolina Borghese regge con gesto
artificioso evoca la "Venere Vincitrice" del giudizio di
Paride che avrebbe potuto scegliere tra Giunone (potere), Minerva (arti
e scienza) e Venere (amore). Antonio Canova creò tra il 1805 e il 1808
questo ritratto senza veli di una persona di
rango, fatto eccezionale per l'epoca, realizzando così la metamorfosi
della persona storica in divinità antica in un atteggiamento di
classica quiete e nobile semplicità. Il supporto ligneo, drappeggiato come un catafalco, ospita all'interno un meccanismo che fa ruotare la scultura come in altre opere del Canova. Si inverte così il ruolo tra opera e fruitore: è la scultura ad essere in movimento, mentre l'osservatore fermo viene impressionato dalle immagini sfuggenti di una scultura splendida da tutti i lati. Nottetempo, al lume di candele, gli osservatori ammiravano la scultura di Paolina nel suo tenero scintillìo, e il suo lustro non derivava soltanto dalla finezza del marmo, ma anche dalla patinatura con cere, ben conservate nel recente restauro. |