Lungotevere Tor di Nona
Zona
rione Ponte
Autore
C. Bazzani (1888)
Committente
SPQR
Acqua
Marcia
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In
questa zona vi era un approdo tiberino che in epoca romana veniva
utilizzato per lo sbarco dei marmi e, successivamente, nel Medioevo, per
gli approvvigionamenti alimentari. Il nome "Tor di Nona"
deriva da un rudere delle mura aureliane che si trovava nei pressi e che
veniva chiamato "Torre dell'Annona", della quale ormai non vi
è più traccia. In questo luogo Caterina di Svezia fece costruire, su
progetto di Carlo Fontana, un teatro, chiamato appunto "Tor di
Nona". Questo, dopo avventurose vicende nelle quali subì incendi e
demolizioni, fu ricostruito nel 1795 con il nome di teatro Apollo. Ebbe
fama di principale tempio della lirica romana. Per i lavori di
rinforzamento degli argini del Tevere e per la sistemazione del viale
venne purtroppo demolito nel 1888, questa fontanella è stata edificata
al suo posto a testimonianza delle perdute glorie, come stele
commemorativa.
Essa
è decorata con i classici simboli teatrali: grotteschi mascheroni, una
lira, corone d'alloro poste a coronamento della stele. Una cornice
riquadra l'epigrafe dove si leggono le ridondanti ed ampollose frasi di
Fausto Salvatori e si ricordano, fra l'altro due celebri e storiche
prime operistiche di opere verdiane. Ma leggiamo insieme:
IL
TEATRO APOLLO / sulle pietre della antica torre orsina / a fasti e
glorie d'arte musicale / aprì le dorate scene / e dove foscheggiò
Torre di nona / libera si diffuse la pura melodia d'Italia / del
"trovatore" il XIX Gennaio MDCCCLVI / di "Un ballo in
maschera" il VII febbraio del MDCCCLIX / qui dove sul teatro
demolito / passa l'antica strada romana / il genio di Giuseppe Verdi /
affida l'eterna melodia canora / all'aria al sole al cuore umano / a
ricordanza della torre / del teatro del genio creatore / il Comune di
Roma pose / anno domini MCMXXV.
Un
sarcofago strigilato decorato da una figura forse recante una lira,
raccoglie l'acqua proveniente da una valva di conchiglia soprastante. |