Là
dove il lungotevere Ripa si sdoppia in due percorsi paralleli, ma a
diverse quote, è stata incassata in un arco ricavato nel muro che
divide le due strade, una fontana cui è ben visibile la scritta
relativa alla non potabilità dell'acqua che versa. La posizione è un
po' infelice a causa del traffico e della grande confusione. La strada
separa la parete cui è addossata la fontana dalla vicinissima facciata
dell'ospizio del San Michele, opera di Ferdinando Fuga, originariamente
carcere giovanile ed infine caserma dei doganieri. Solo recentemente un
restauro ha ridato degno lustro all'edificio più grande di Roma, il
quale ospita la nuova sede del Ministero dei beni culturali. La fontana
è costituita da una bella vasca leggermente strombata verso il basso
dal leggero bordo aggettante, in cui una fistola, inserita in un cippo
marmoreo dagli spigoli arrotondati, getta acqua.
Due
vaschette modanate sono addossate agli angoli della muratura e ricevono
l'acqua da due fistole laterali. Una robusta bugnatura disegna ed
evidenzia la sagoma a sesto ribassato dell'arco in cui è inserita la
fontana e si raccorda così alla vasca basamentale. La fonte è spesso
inattiva.
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