Sisto
V, tra le tante, commissionò anche questa fontana che
originariamente venne posta nella villa Peretti Montalto. All'Esquilino
quando la villa venne demolita in seguito agli interventi edilizi che
interessarono le zone del Viminale e dell'Esquilino da parte dei
piemontesi al.la fine dell'800, la fontana fu tolta e collocata alla fine
di via Genova dove restò fino alla costruzione del palazzo del Viminale.
Ma venne tolta anche da li e finalmente trovò pace sistemandosi dove
ancor oggi la possiamo ammirare.
Il
nome "prigione" deriva probabilmente da un gruppo statuario
che doveva far parte della fontana originaria dove una statua in marmo,
che apparteneva all'ornamento principale, raffigurava un prigioniero
informe che cerca di liberarsi dalla schiavitù della materia. Guardando
la grandiosità di questa fontana possiamo renderci conto della
magnificenza della residenza papale in cui era posta, in quella villa di
Montalto che Sisto
V volle sull'Esquilino e che si estendeva, vale la pena
ricordare, come un grande trapezio rettangolare le cui basi erano
rappresentate dall'odierna via Merulana fino a S.
Maria Maggiore e via Marsala, costeggiando la stazione
Termini, per un lungo tratto del piano binari e la diagonale di via
Cavour.
Il
nicchione in cui è inserita contenente il prigioniero, è delimitato da
due snelle lesene che sostengono il frontone decorato da protomi leonine
e festoni fiorati. Due mensole a volute laterali riconducono la visione
verso il basso dove una bassa piscina raccoglie l'acqua a livello terra
proveniente da una testa leonina mentre si distinguono altre due
cannelle con relativo catino sospeso che coronano il basamento di
ciascuna lesena laterale. |