Nella
semplicitą delle forme e nell'accurata selezione dei simboli che di
volta in volta ha scelto per le sue fontane, P. Lombardi non č mai
scaduto nel cattivo gusto di stantie omologazioni, nel pomposo
riproponimento di elementi stereotipi, o in rappresentazioni auliche e
ridondanti. Nella fontana
delle Tiare, ad esempio, ha tratto spunto dalla vicinanza di
una preesistenza fortemente caratterizzata, accostandosi ad essa,
cogliendone nella giusta misura, idee ed ispirazione e realizzando in
sobrietą di linee, sia architettoniche sia plastiche, un prodotto di
indubbio gusto.
Dal
vicino Castel
S. Angelo, roccaforte e baluardo di difesa contro nemici
invasori, egli trasse spunto sottraendo metaforicamente un cumulo di
palle di pietra di un cannone qualsiasi e ammassandole contro un muro,
sollevate sopra un dado di travertino. Una testa di un fauno, emerge
dalla composizione, paffuta ma orrenda, che rigurgita l'acqua in un
fiotto e la riversa in una vasca a terra. Il tutto si inquadra in un
arco a tutto sesto, in travertino, materiale con il quale č fatta
l'intera composizione. Il motivo della palla in pietra, al momento della
realizzazione della fontana, era stato riproposto anche sulle lastre a
terra, che disegnavano lo spazio antistante la fontana, e limitavano la
vasca di raccolta dell'acqua. L'immagine della fontana si stagliava
nitidamente sul fondo in laterizio delle mura. Ma qualcosa č cambiato
nel corso del tempo: le palle di pietra a terra sono state rimosse, un
pesante arco in mattoni inquadra la fontana, enucleando in chiave lo
stemma comunale, e facendo perdere la semplicitą e l'essenzialitą che
caratterizzano le fontane lombardiane. E' inutile sottolineare lo stato
di pietoso abbandono in cui si trova la fontana e il terribile squallore
che regna intorno. |