Via Vittorio Veneto
Zona:
Rione Colonna
Autore:
Anonimo 1940
Committente:
Mr. Charlie
Acqua:
Marcia
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Si può
definire senz’altro la più piccola fontana romana, non destinata
propriamente ai romani, e per questo motivo è una delle più curiose.
Anche al più abituale frequentatore di Via Veneto potrà essere
sfuggita non soltanto per le sue piccole dimensioni, ma soprattutto per
la sua inconsueta posizione: praticamente raso terra; ma per l’uso cui
era destinata, non poteva essere collocata in modo più consono.
Via Veneto,
una strada storica non perché legata a qualche fatto storico, ma per
essere stata, a cavallo fra gli anni ‘50 e ‘60,
fulcro della «dolce vita felliniana», luogo
d’incontro di personaggi di fama internazionale, nota per le
esuberanze e le stravaganze dei suoi frequentatori e il ritrovo
scelto da piccole stars in cerca di
successo e grandi stars in vena di esibizionismo più o meno lecito. La
vita mondana si svolgeva comunque qui, lungo larghi marciapiedi occupati
dai tavolini e dalle sedie di famosi bar e locali notturni. A fare da
muti osservatori e spettatori di inconsuete performances, i lussuosi
alberghi, l’ultima villa, i bei palazzi allineati lungo i percorsi
pedonali. Il barman di
uno dei più rinomati
locali piano bar, il Gui Bar dell’hotel Ambasciatori, pare sia stato
l’ideatore e il committente di questa fontana. Forse l’ultima
stravaganza o forse una reale esigenza dettò il progetto e la
realizzazione, che tuttavia non mancò certo di originalità.
In una
nicchia di travertino lavorato a fasce orizzontali, una piccola vasca
raccoglie l’acqua versata da una cannella seminascosta da un elemento
sempre in travertino lavorato a scaglie. Una specie di stemma nobile
compare sulla chiave della nicchia. Una testa di cane in bassorilievo si
solleva sulle zampe anteriori, mentre la sigla ABC, sempre in bassorilievo
(appellativo del ritrovo), lega indissolubilmente la fonte al bar.
A volere il
piccolo abbeveratoio fu un tale Mister Charlie, che possedeva due cani di
taglia piuttosto grossa, i quali avevano la necessità di bere e non
potendoli portare altrove e lasciare il bar, il barman regalò loro questa
fonte per soddisfare il desiderio di bere a breve raggio e con comodità
come in una ciotola domestica. Nel contempo soddisfece anche l’esigenza
di tutti gli altri cani di passaggio.
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