Borgo Pio, Borgo dei Sassoni, Borgo dei Franchi, Borgo dei Longobardi, Borgo Angelico, Borgo dei Frisoni, Borgo Santo Spirito, Borgo degli Abissini: ognuno di questi era come
una piccola città con una scuola, una chiesa, un ospizio da cui
prendere il nome,ognuno aveva una propria amministrazione ed una storia.
Molte fontane sorgevano nei rioni, volute dai
papi per il refrigerio dei pellegrini, ma in realtà era un’ulteriore
maniera per lasciare la propria testimonianza a perenne memoria. Molte
sono state rimosse, come quella di Francesco Buffa, all’angolo di
Borgo Angelico, di cui però rimane testimonianza in una lapide sul muro
della chiesa di S. Maria delle Grazie, e ora in P.zza delle Vaschette.
Per altre la rimozione segnò la definitiva scomparsa, soprattutto in
occasione della nefasta demolizione della spina di Borgo in epoca
mussoliniana dove fra le altre, scomparvero la fontana di piazza
Scossacavalli, che era stata ingrandita nel 1927 da P. Lombardi: la
fontana di Borgo Nuovo, di Pio VI, detta la “Ricettina”; mentre più
fortunate furono le fontane di Paolo V, che furono traslate in via della
Conciliazione.
Lungo
Borgo Pio, dove la strada si allarga in una piazza che conserva intatto
l’aspetto artigiano e bottegaio della zona, troviamo una piccola
fontana, abbastanza singolare, perché sorge isolata all’ingresso
della piazza e ricorda una di quelle piccole edicole romane, lungo le
strade consolari, dedicate agli dei pagani. Una semplice edicola di
mattoni, dalla fattura piuttosto grossolana, è posta su di un basamento
marmoreo; una listatura in mattoni articola la superficie in un arco che
racchiude un fregio con i simboli del triregno e delle chiavi
incrociate, mentre due lesene listano la superficie del basamento
all’imposta del semplice timpano. La vasca è in travertino; in essa
si raccoglie l’acqua che alimenta la fonte: l’acqua Marcia. Questo
ci suggerisce anche la datazione: forse è l’ultima fontana di Pio IX;
l’acqua Marcia, infatti, fu fatta arrivare nelle condutture romane nel 1870. |