Percorrendo via Nomentana non è difficile vedere passanti carichi di
contenitori o bottiglie, intenti ad attingere l'acqua alla fontana
dell'acqua Marcia, oppure semplicemente chini a dissetarsi, ma può
anche capitare di vedere automobilisti di passaggio o i conduttori degli
autobus, soprattutto d'estate, fermare i propri autoveicoli e alleviare
la sete bevendo l'acqua freschissima della
fonte. Il fontanile è forse l'unico vero elemento di arredo urbano di questa
via, insieme ai due lunghi filari di platani secolari che ne
caratterizzano tutto il tragitto da Porta Pia
fin
qui, dove sorge la chiesa di Sant'Agnese,
di antichissima origine paleocristiana. Il comune, agli inizi del sec.
XX, fece collocare, dirimpetto alla chiesa, il fontanile dell'Acqua
Marcia, ponendo al centro dello specchio, delimitato da un'articolata
cornice posta a coronamento del muro cui è addossata la fontana, il
proprio stemma arricchito da un festone come nella più classica
tradizione nobiliare. La vasca mistilinea poggia direttamente sul piano
stradale, delimitata da un rigonfio bordo marmoreo, è addossata al muro
in lastre di travertino che, a sua volta è articolato da due lesene, il
cui capitello è costituito dalla cornice di bordo del muro. L'acqua si
raccoglie nella vasca proveniente da due bocche laterali poste al centro
delle lesene e da un mascherone centrale sovrastato dall'epigrafe su cui
è riportato l'appellativo dell'acqua che alimenta la fonte e
l'anno della sua realizzazione. La fontana non è in buone condizioni
sia per l'azione dell'acqua che ne corrode il travertino, ma soprattutto
a causa dell'incuria nella manutenzione, non di rado è usata come base
per l'affissione di volantini o superficie per scritte più o meno
gradevoli o, ancora peggio, come ricettacolo di rifiuti. |