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Rione II Trevi
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Secondo
rione di Roma, Trevi nasce nel 1743 e prende il nome da "Trivium",
toponimo medioevale che indicava lo sbocco di tre strade, probabilmente sul
luogo dove si trova ora la celebre fontana.
Guardando alla pianta di Roma antica, il rione comprende parte della VII regione
augustea (zona di via Lata, oggi via del Corso) e parte della VI (area
corrispondente all'attuale via XX Settembre). Sono nel rione Trevi il Quirinale,
via del Tritone e piazza
Barberini. In certo senso, è il più laico
dei rioni perché è quello con meno chiese. Il suo stemma raffigura tre
"misericordie" - così erano detti i pugnali - in campo rosso. La
chiesa di San
Marcello al Corso ne era il centro: qui l'8
ottobre 1354 fu trascinato a furor di popolo il cadavere di Cola di Rienzo, il
tribuno delle plebi romane, e vi rimase per due giorni e due notti in balìa
della folla inferocita. La storia del rione, legata anche a quella della
famiglia Colonna che ne fecero una sorta di proprio 'stato', è folta di
personaggi che vi soggiornarono o vi operarono. Tra le presenze illustri, quella
di Michelangelo Buonarroti che morì vecchissimo, solo e povero in una casa, ora
sparita, a Macel de' Servi vicino Piazza Venezia . Vicolo del Piombo, che sfocia
nell'attuale piazza Santi Apostoli, è chiamato così perché vi abitò
Sebastiano del Piombo; mentre via del Tritone era prima del 1870 un viottolo
stretto, sul quale si aprivano molte botteghe di macellai, da cui il nome di via
Due Macelli. Il palazzo della Rinascente a largo Chigi è costruito su quello
demolito del magazzino delle sorelle Bocconi: la tipica espressione romanesca
"a tozzi e bocconi", per indicare un modo stentato e frammentario di
procedere (esempio: "me so' comprato casa a tozzi e bocconi"), ricevé
nuovo impulso proprio dai prezzi proverbialmente alti del magazzino Bocconi; per
cui "a bocconi" significò sempre più "un po' per volta",
ovvero "pezzo dopo pezzo" e "a rate". A palazzo Carpegna in
via della Stamperia, ora sede dell'Accademia di San Luca, è famosa la scala
elicoidale che Luigi Pianciani, sindaco di Roma nella seconda metà
dell'ottocento, utilizzava per salire a cavallo fino all'ultimo piano. Palazzo
Poli, sulla cui fronte meridionale fu appoggiata la grandiosa mostra della Fontana
di Trevi, conserva nella sala di Dante il
ricordo dei concerti e delle conferenze sulla Divina Commedia. Si diceva che la
musica eseguita in questa sala producesse un incanto speciale: lo scrosciare
d'acqua della vicina fontana, anziché disturbare l'ascolto, sembrava accrescere
l'armonia della musica. Liszt scelse proprio la sala di palazzo Poli per
eseguire la prima della sua "Sinfonia dantesca". |