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Gli archi trionfali (90 minuti)

Il maggiore contributo di Roma all'architettura è stato l'arco e il suo più grande omaggio che i romani tributavano ai vincitori era l'arco di Trionfo. In epoca imperiale era normale dedicare un arco alle campagne vittoriose degli imperatori, promovendone cos' il culto ed anticipandone la futura deificazione.

Sotto gli archi passavano cortei spettacolari: il generale vittorioso, salutato dalla folla in delirio, avanzava sul suo carro fino al Campidoglio, seguito dalle sue legioni che portavano le spoglie dei vinti.

Gli archi del Foro

La passeggiata attraverso il Foro e intorno alla base del Palatino comprende ben tre dei grandi archi trionfali ancora esistenti a Roma e due archi di più modesta origine, usati semplicemente come luogo per trattare gli affari. Si parte dall'arco dell'imperatore Settimio Severo 1 e dei suoi figli Geta e Caracalla. Eretto nel Foro nel 203 d.C., celebra una vittoriosa campagna in Medio Oriente.

Otto anni dopo quando Caracalla fece uccidere suo fratello, il nome di Geta fu asportato dall'iscrizione.

I rilievi mostrano le vari fasi della campagna. Probabilmente la sequenza delle scene corrisponde a quella dei dipinti che illustravano le imprese del generale e che seguivano il corteo trionfale. Sulla desta gli abitanti di una città fortificata si arrendono alle macchine da guerra romane. Il fregio in basso, più piccolo, mostra il corteo trionfale stesso. Attraversate il Foro in direzione est, fino alle rovine del Tempio di Giulio Cesare 2. Il tempio fu costruito da Augusto nel 42 a.C., nel luogo dove il corpo di Cesare fu cremato dopo la famosa orazione funebre di Marco Antonio. Un cartello indica le rovine dell'arco di Augusto 3, che attraversa la Via Sacra tra il Tempio di Castore e Polluce 4, e il Tempio di Cesare. Quest'arco eretto dopo la vittoria di Augusto su Antonio e Cleopatra, venne demolito nel 1545 e i materiali ricavati usati per la nuova basilica di San Pietro.

Da qui salite la collina fino all'elegante Arco di Tito 5 che, rispetto all'Arco di Settimio Severo, ha uno stile più sobrio ed arcaico. Molto belle sono le iscrizioni, come pure i bassorilievi interni. Quest'ultimi raffigurano dei legionari romani che portano le spoglie della sconfitta Gerusalemme, degli araldi che recano targhe con i nomi dei popoli e delle città assoggetati e Tito che incede trionfante sul suo carro.

La famiglia medievale dei Frangipane trasformò il Colosseo in una grande fortezza inespugnabile incorporando l'arco di Tito nelle fortificazioni. Sulle pareti dell'arco sono visibili i segni lasciati dal passaggio di generazioni di carri. Essi testimoniano il continuo innalzamento del livello del terreno del Foro prima che si procedesse agli scavi durante il XVIII e XIX secolo.

Molti dei carri che passavano sotto l'arco trasportavano probabilmente materiali da costruzione ricavati dalle varie rovine del luogo.

 

Arco di Costantino

Lasciate il Foro scendendo dalla collina verso il Colosseo 6 e il vicino Arco di Costantino 7. Costruito in fretta per commemorare la vittoria dell'imperatore sul suo rivale Massenzio nel 312 d.C., è ornato da rilievi di periodi diversi. Stando sul lato di via San Gregorio, confrontate i pannelli più antichi in alto (180-193 d.C.) con le vivide scene di battaglia sopra gli archi più piccoli, scolpite nel 315 d.C.

Nei bizzarri soldati simili a gnomi si rivela la transizione dal classicismo ad uno stile medievale, meno raffinato. Prendete poi via di San Gregorio, che corre nella valle tra Palatino e Celio. Era questo l'antico percorso dei cortei trionfali. Superando l'entrata laterale del Palatino 8 e gli antichi archi ben conservati dell'acquedotto Claudio 9 sulla destra, si arriva a piazza di Porta Capena 10, così chiamata per la grande porta che in questo punto segnava l'inizio della via Appia. Dopo aver girato intorno al Palatino seguite via dei Cerchi, che corre lungo la zona erbosa che segna il profilo ovale del Circo Massimo 11.

 

Gli archi del Foro Boario

Quando raggiungete S. Anastasia 12, prendete a destra la via San Teodoro, e poi la prima a sinistra, via del Velabro. A cavallo della strada c'è l'Arco di Giano 13 eretto nel III secolo d.C. Non si tratta di un arco trionfale, ma di una struttura coperta dove i mercanti potevano ripararsi dal sole o dalla pioggia mentre discutevano di affari. Come l'Arco di Tito, esso fu incorporato in una fortezza costruita dalla famiglia dei Frangipane nel medioevo.

Un pò in disparte, vicino alla chiesa di S. Giorgio al Velabro 14, c'è quello che sembra un grande portone rettangolare. Si tratta dell'Arco degli Argentari 15. L'iscrizione dice appunto che esso fu eretto dagli argentieri della zona in onore di Settimio Severo e della sua famiglia nel 204 d.C. Come nell'arco trionfale dell'imperatore, anche qui il nome di Geta è stato cancellato da Caracalla suo fratello ed assassino.

La figura di Geta è stata anche rimossa dai ritratti sui pannelli all'interno dell'arco.

Nella Roma imperiale i trionfi potevano essere molto brevi.

 

Note informative

Punto di partenza: Il Foro Romano, entrata in largo Romolo e Remo, su via dei Fori Imperiali.

Lunghezza: 2,5 Km

Come arrivarci: M Colosseo Bus 11  27  81  85  87  186 che fermano in via dei Fori Imperiali.

Momento consigliato: Qualsiasi ora del giorno durante l'orario di apertura del Foro.

Soste: intorno al Colosseo ci sono diversi bar e ristoranti. C'è un piccolo bar in via dei Cerchi ed uno più grande dietro San Giorgio al Velabro, in piazza San Giovanni Decollato (chiuso la dom.). Per mangiare andate da Alvaro al Circo Massimo (chiuso il lun) in via di San Teodoro.