Palazzo della Consulta
Piazza del Quirinale, 41
BUS 60 63 64 70 170 640
La
nuova monografia sul Palazzo della Consulta, che sorge sulla collina del
Quirinale a Roma, va oltre gli studi precedenti dedicati a questo palazzo del
XVIII secolo, dal momento che esamina l’edificio in maniera più dettagliata
attraverso un’attenta analisi stilistica, la considerazione del significato di
esso all’inizio della carriera del suo architetto Ferdinando Fuga (1699-1782),
l’approfondimento della politica di committenza architettonica del suo sponsor
Papa Clemente XII
Corsini (1730-1740) e, infine, la disamina della decorazione interna degli
appartamenti del piano nobile, ancora poco nota.
Il Palazzo della Consulta, commissionato nel 1731 e completato nel 1737, fu
costruito per ospitare sia le segreterie di due importanti uffici papali, la
Congregazione della Sacra Consulta e la Segreteria dei Brevi, sia gli alloggi di
due corpi di guardia pontifici, i Cavalleggeri e le Corazze. La Consulta, la cui
costruzione fu finanziata con gli introiti della lotteria nuovamente introdotta,
fu una delle opere più rilevanti commissionate durante il pontificato di Papa Clemente
XII, che iniziò un ampio programma di rinnovamento edilizio, le cui
intenzioni e scopi vengono analizzati nel presente studio. Il Palazzo
rappresenta, inoltre, l’opera giovanile più importante di Ferdinando Fuga
che, come il suo mecenate pontificio, era di origini fiorentine. Nel 1730, Fuga
fu nominato Architetto dei Sacri Palazzi Apostolici – andando ad affiancare
l’anziano architetto Antonio Valeri – e la nuova carica rappresentò una
svolta nella sua carriera, imponendolo sulla scena artistica romana, dove
divenne uno degli architetti preminenti. Con la sua opera per il Palazzo della
Consulta, il suo primo edificio costruito ex novo, Fuga ebbe l’opportunità di
mostrare la sua abilità nella progettazione e nella distribuzione degli
ambienti, e di sviluppare ulteriormente il suo linguaggio architettonico. È
ideato come edificio polifunzionale, come appare evidente anche nell’impiego
di due diversi registri stilistici e nell’uso efficace ed esteso dello spazio
in un sito poco adatto. Attraverso l’analisi di documenti archivistici, di
disegni autografi, di stampe contemporanee e posteriori, nonché di descrizioni
dell’edificio, questo volume offre uno studio dettagliato dell’architettura
del Palazzo ed è corredato da nuove fotografie; inoltre il resoconto
dell’affascinante storia di questo sito, un tempo occupato dalle Terme
di Costantino, colloca il Palazzo della Consulta nel suo contesto storico
e urbano.
Il libro esamina anche le decorazioni maggiormente degne di nota degli interni
del Palazzo, che si trovano negli appartamenti del Cardinal Segretario dei Brevi
e che sono state di recente oggetto di una campagna di restauro. Questi
appartamenti sono stati decorati in tre diverse fasi, ognuna delle quali
riflette gli interessi del mecenate che le ha commissionate. Tra il 1737 e il
1744, le volte del soffitto furono dipinte a tempera da Antonio Bicchierari,
inizialmente al servizio di Papa Clemente XII. Le pitture del Bicchierari
celebrano le qualità del Pontefice come esemplari e si concentrano
sull’ideale di virtù che la Chiesa aspirava ad incarnare e promuovere,
facendo anche riferimento alle preoccupazioni economiche del papa Corsini. La
seconda campagna decorativa, tra il 1787 e il 1790, venne realizzata in stile
neoclassico da Bernardino Nocchi per Papa Pio
VI Braschi. Il complesso programma iconografico, arricchito di figure
allegoriche e mitologiche, ritrae il papa come sovrano illuminato, celebrando il
Museo Pio-Clementino e facendo anche allusione alle
iniziative agricole ed economiche del Pontefice. Inoltre, il credo della vita
oltre la morte è illustrato attraverso una lettura in chiave cristiana delle
fonti antiche, mentre i temi della virtù, introdotti dal primo ciclo pittorico,
sono ulteriormente sviluppati. L’ultima fase della decorazione, realizzata tra
il 1870 e il 1874, riflette il gusto dell’Italia sotto la monarchia dei
Savoia: il Principe Umberto I e la consorte Margherita commissionarono ai
pittori Cecrope Barilli, Domenico Bruschi e Annibale Brugnoli opere sia
decorative, con pitture a soggetto floreale, sia narrative per celebrare il
progresso industriale. A causa di quest’ultimo intervento, la maggior parte
dei precedenti cicli decorativi andò distrutta; tuttavia questi ultimi sono
finalmente ricostruiti in questo studio, in modo dettagliato, grazie allo studio
di disegni e cedole documentali.
Attraverso l’analisi del partito architettonico e decorativo del Palazzo della
Consulta, della sua collocazione urbanistica e della politica artistica dei
committenti che, in tempi diversi, ne finanziarono le opere, si delinea un
quadro completo non soltanto dell’edificio, ma anche dei cambiamenti che
ebbero luogo sulla scena artistica romana tra Settecento e Ottocento.