La moderna Ostia nasce sul litorale Tirrenico, in una zona paludosa bonificata per volontà del Governo dell'Italia Unita. Il compito fu affidato alla "Società Braccianti" di Ravenna creata nel 1883 ed incaricata di verificare la possibilità di bonificare tali luoghi. Questa operazione durò diversi anni e si concluse con la messa in funzione delle pompe idrovore che scaricarono in mare le acque paludose dei canali. Ottenuta la concessione dei terreni, i Ravennati tentarono di coltivarli, ma ebbero dei grossi problemi a causa della salinità residua nel terreno. Fu necessario allora riconvertire Ostia alla sua vocazione naturale di luogo di mare, si costruì una strada di collegamento tra Roma e il litorale e si iniziarono le opere di edificazione del nuovo quartiere marino di Roma. Un contratto fu stipulato con la "Cooperativa dei Ravennati" per la costruzione del lungomare chiamato viale della Marina inizialmente lungo 1 Km. e prolungato poi sino alla pineta di Catelfusano. La nascita dell'attuale Pineta di Castelfusano si può datare intorno al 1700, quando la tenuta era di proprietà del Cardinale Sacchetti, il quale, dopo aver commissionato la costruzione di una villa a Pietro da Cortona, famoso artista del tempo, iniziò a mettere a dimora sei o settemila pini domestici per la commercializzazione dei pinoli. I Chigi, ai quali fu venduta intorno al 1730, continuarono in questa attività, utilizzando tutta la zona compresa tra l' attuale via Cristoforo Colombo e la via del Lido di Castelporziano. Nel 1933, la tenuta, che si estende per più di 1000 ettari, fu acquistata dal Comune di Roma, che la dichiarò "area di interesse ambientale e paesaggistico" per evitare che vi si potessero costruire delle abitazioni, che avrebbero deturpato il luogo e distrutto la foresta mediterranea esistente, che costituisce un grande serbatoio di ossigeno per tutte le zone limitrofe. Successivamente, venne creato il Parco di Castelfusano, con la possibilità di effettuare visite guidate e per un maggiore controllo e monitoraggio della flora e della fauna locale. Sin dai tempi dei Romani, questo era un luogo considerato molto salubre per l' eccezionalità del clima, non molto caldo d' estate, ne troppo freddo in inverno. Plinio il giovane, infatti, aveva realizzato una residenza per trascorrervi il periodo estivo, della quale si possono ancora oggi vedere le fondamenta. La vegetazione della pineta, molto rigogliosa, nonostante la vicinanza del mare, è un insieme di alberi di alto fusto (Pini, Lecci e Farnie). E' presente un sottobosco composto da ginepri, corbezzoli, lentischi, pungitopo, ligustri, biancospino e mirto ed altre essenze profumate, dove hanno fatto i loro nidi e le loro tane diversi animali: picchi, merli, tortore, civette, allocchi e aironi, ma anche ricci, testuggini, lucertole, volpi, cinghiali, faine e donnole, una parte dei quali provenienti dalla tenuta di Castel Porziano, di proprietà della Presidenza della Repubblica. Come nel passato, la pineta di Castelfusano è ancora oggi luogo di svago, giovani e meno giovani si dilettano nel praticare varie specialità sportive: jogging, bicicletta, fitness, pattinaggio, tennis; appassionati di bird-watching trascorrono giornate intere in attesa del "colpo grosso". C'è anche chi, con la propria famiglia, decide di organizzare invitanti pic-nic per trascorrere una giornata nel verde respirando aria pulita. Queste abitudini ormai consolidate dei romani, hanno fatto si che la pineta di Castelfusano divenisse luogo ben organizzato fatto di piste ciclabili, spazi aperti, e sentieri dove i più curiosi possono passeggiare ammirando da vicino l'ambiente naturale. Nella zona del campeggio di Castefusano si trova un piccolo canale di circa cinque ettari, ricco di canneti, dove sono presenti alcuni esemplari di animali rari, come la tartaruga palustre e la nutria. |