Museo Mario Praz
Palazzo Primoli
Via Zanardelli, 1
Tel. 066861089
dalle 9 alle 13 e dalle 14,30 alle l8,30
Aperto
al nel pubblico giugno del 1995, è uno dei rari esempi di casa-museo del
panorama museale italiano. Creato in sessant'anni di appassionato collezionismo
da Mario Praz (Roma 1896-1982) anglista e critico di levatura internazionale, si
presenta come una dimora nobiliare del secolo XIX arredata in tutti i suoi
dettagli con mobili, dipinti, sculture, tappeti, tendaggi, lampadari, bronzi,
cristalli, porcellane, miniature, argenti e marmi.
Acquistati sul mercato antiquariale europeo, in Francia, in Germania ed in
Inghilterra, oltre che in Italia, questi arredi offrono una godibilissima
panoramica di una "filosofia dell'arredamento" che spazia dal gusto
neoclassico della fine del secolo XVIII attraverso lo stile impero, fino alla più
domestica maniera biedermeier che caratterizza la seconda metà dell'ottocento,
stanze per ricevere e camere da letto, biblioteche, studio e camera da pranzo si
offrono una dopo l'altra al visitatore che vi viene accolto come in una dimora
ancora abitata, con i fiori freschi nei vasi ed i libri aperti sui tavoli.
Alle pareti molti dipinti rappresentano vedute di interni ottocenteschi e non è
inconsueto ritrovare tra gli arredi della casa qualcuno degli oggetti riprodotti
nei dipinti stessi come ad esempio la grande arpa Erad degli inizi del secolo
XIX collocata nello studio, nei pressi di un ritratto di signora che in abito
azzurro alla moda del 1830 si appoggia ad un identico strumento musicale.
Museo
relativamente piccolo, ma di grande atmosfera, fitto di oltre 1200 oggetti, si
visita con alcuni necessari accorgimenti per piccoli gruppi di non più di 10/12
persone che accompagnati da personale addetto vengono guidati lungo un
selezionato percorso della durata di 45 minuti.
Della casa museo è disponibile una guida breve edita da Allemandi Torino, 1996, ma si consiglia una preventiva lettura di M. Praz, La casa della vita, recentemente pubblicata in edizione economica da Adelphi nel 1995, sorta di autobiografia in cui agli eventi della vita del collezionista si intrecciano quelli relativi alla sua collezione.