Il
Museo Criminologico nasceva più di settanta anni fa e con esso
l’Amministrazione Penitenziaria realizzava un progetto che già negli ultimi
decenni dell’Ottocento era avvertito come un utile supporto per lo studio del
sistema penale e penitenziario, oltre che strumento scientifico per la
formazione di funzionari e magistrati e di divulgazione al tempo stesso.
Per alcuni decenni il Museo Criminologico ricevette grandi apprezzamenti anche
all’estero grazie alla ricchezza del patrimonio storico e scientifico che
custodiva; le vicende storiche successive lo costrinsero a un graduale
ridimensionamento fino alla chiusura, per essere ristrutturato e riaperto al
pubblico nel 1994.
Lo studio dei sistemi penitenziari e della criminologia vivono un rinato
interesse e il Museo Criminologico, che si caratterizza per essere oggi
un’importante testimonianza storica, rappresenta per l’Amministrazione
Penitenziaria un’ottima occasione per la conservazione e la tutela di un
patrimonio storico e documentale unico in Italia, parte del quale è presentato
in questo sito web.
L’esposizione, tra i tanti interessanti reperti in mostra, di antichi
strumenti di punizione e di esecuzione capitale, testimonia la crudeltà dei
sistemi punitivi del passato, contrapposti alle finalità della pena sancite
dalla Costituzione, principi su cui si fonda l’Ordinamento penitenziario
vigente.
Questo è soltanto un aspetto che concorre a delineare il suggestivo percorso
che si snoda nelle sale del Museo Criminologico, che offre spunti di riflessione
per chi voglia approfondire temi che riguardano ambiti meno noti della nostra
storia.
La storia del carcere e della giustizia può essere narrata anche attraverso il
recupero della memoria che risiede nei luoghi, negli oggetti, nei documenti
fotografici e d’archivio, attività in grado di fornire alle nuove generazioni
gli strumenti interpretativi di una realtà in gran parte sconosciuta.
Nel 1991 l’Amministrazione Penitenziaria diede inizio a un nuovo riordino, con
l’intento di rivedere il percorso allestitivo ed eliminare l’anacronistica
disposizione di limitare l’accesso a un pubblico di “addetti ai lavori”.
Il Museo è stato riaperto nel febbraio 1994.
Va rilevato che nel corso degli ultimi anni si è notevolmente ridotta
l’acquisizione di corpi di reato confiscati dagli Uffici giudiziari. In
particolare, la segnalazione da parte degli Uffici giudiziari di reperti aventi
interesse “storico-scientifico” si limita a oggetti archeologici o opere
d’arte (dipinti in genere di scarso valore, oggetti liturgici, falsi di opere
d’arte), mentre del tutto assenti sono segnalazioni di corpi di reato relativi
a reati contro la persona. In verità, va evidenziato che il Museo Criminologico,
nel suo assetto attuale, si caratterizza come un museo storico. Le finalità
scientifico-didattiche, oltre a quella della tutela e conservazione, tipiche dei
musei, consistono, nello specifico, nella diffusione della conoscenza
dell’evoluzione degli antichi sistemi punitivi, dei filoni di ricerca della
scienza penitenziaria e criminologica nel XIX secolo e nella prima metà del
Novecento. Nel nuovo allestimento è stato proposto un percorso cronologico
descrittivo delle tappe fondamentali della storia della giustizia, del carcere e
della criminologia. Il Museo Criminologico ospita l’Archivio fotografico e
l’Archivio storico delle carceri italiane.
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