Nominato
Augusto dal senato per volontà del padre Valeriano
e dei soldati nel settembre 253, a G. fu affidato il compito di ristabilire la
disastrosa situazione nelle frontiere occidentali, successivamente G. nominò
cesari i suoi due figli, nel 256 Cornelio Valeriano e nel 258 Cornelio Salonino.
Dimostrò subito una notevole abilità fronteggiando con successo i barbari sul
Reno e sul Danubio, la situazione fu aggravata nel 258 dalla rivolta in Pannonia
di Ingenuo e poi di Regaliano.
Dopo aver sconfitto il primo mentre si accingeva a muovere contro Regaliano
giunse la notizia della cattura di Valeriano, G. comprese l'inutilità di ogni
tentativo di liberazione e affidò al principe Odenato di Palmira il compito di
ristabilire i confini in Oriente. Intanto la situazione diventava sempre più
critica con incursioni dei Franchi in Spagna e degli Alamanni a Ravenna. Dopo
aver battuto l'usurpatore Regaliano scoppiarono le rivolte di Postumo in Gallia,
di Quieto e Macriano in Egitto. G. nella più disperata situazione che passò
l'Impero mostrò tuttavia notevole tenacia, lasciò di fatto a Postumo il
controllo delle Gallie, utilizzò abilmente i suoi generali per sconfiggere i
continui pronunciamenti di usurpatori e sconfisse duramente gli Alamanni vicino
Milano.
Con G. si completò la riforma dell'esercito con la creazione di un grosso corpo
di cavalleria mobile capace di intervenire rapidamente lungo le immense
frontiere. Amante delle arti e della cultura classica, cercò di arginare la
diffusione del cristianesimo attraverso la diffusione dei misteri eleusini e con
la teoria filosofica di Plotino.
Ostile al senato e chiaramente autoritario, sottrasse ai senatori a favore
dell'ordine equestre, le più alte cariche dell'esercito rivoluzionando
completamente la struttura gerarchica dello Stato. Nel 267 una grande invasione
nell'Illirico dei Goti lo costrinse ad intervenire di persona, concepì un'abile
manovra a tenaglia destinata al successo se non fosse stato per l'insurrezione
di Aureolo che lo distolse dal piano. Sconfitto l'usurpatore lo assediò a
Milano, ma qui fu ucciso da una congiura di militari nel luglio 268.
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