Al
Belli, al cantore delle miserie, delle nobiltą, delle ingiustizie, del
rammarico e delle delusioni, della rabbia, del vanto, dell'arguzia, dei
dolori e della felicitą del popolo romano, si volle erigere un degno
monumento alla memoria. Un vero e proprio complesso architettonico di
grande effetto e dignitą. Lo scultore Tripisciano fu incaricato della
progettazione dell'opera e per la collocazione fu scelto un punto
strategico: vicino al Tevere, sotto il Gianicolo e l'Aventino, quasi
potesse continuare ad assistere muto, questa volta, alla vita e alle
vicende della sua cittą. Sollevato da alcuni gradini, il monumento si
regge su di un basamento articolato, alle cui estremitą sono state
poste due fontane simmetriche, dal catino fortemente
pronunciato e dal perimetro trilobato in cui un mascherone barbuto
(l'altro rappresenta un volto femminile) appoggiato su una mensola a volute, getta un copioso fiotto d'acqua. Le
mensole raccordano ciascuna fontana alla struttura verticale. Dal
basamento due pseudo-pareti di un sarcofago sono scolpite con
bassorilievi e formano la piattaforma su cui fu posta la statua del
poeta.
La
figura del Belli č colta in un atto di estrema naturalezza: sembra di
vederlo sul ponte ai Quattro
Capi mentre, appoggiato ad una spalletta, osserva
l'andirivieni delle donne, dei ragazzi, dei carri. La gamba semiflessa
in avanti, la mano appoggiata al bastone (al momento della realizzazione
era un bastone vero, ma fu tante volte sottratto, da far decidere la
pubblica amministrazione di porne uno in ferro e, perfino, a
cementarlo!); la redingote slacciata che si appoggia sul fianco; il
panciotto con gli alamari in perfetto ordine. Il fiocco della camicia,
presumibilmente di seta,che si adagia sul petto; sul capo la classica
tuba. Tutto l'abbigliamento, in conclusione, tipico del gentiluomo
qual'era. Sulla finta spalletta del ponte
Fabricio, si legge l'epigrafe (che nella realtą ovviamente
non compare sul ponte vero e proprio):
"AL
SUO
GIOACCHINO
BELLI
IL
POPOLO ROMANO
MCMXIII
A
SEMPITURA RICONOSCENZA E MEMORIA"
Da
notare i bassorilievi laterali: sul fronte anteriore compare una figura
mollemente adagiata, posta a rappresentare il Tevere con una lupa e i
gemelli; sul lato posteriore invece il busto informe della statua di Pasquino
attorniato dal popolo, composto da donne, giovani e perfino "un pupo
che muove i primi passi sorretto per le gambe dalla bambinaia" (Mastrigli). |