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Catacombe Ebraiche |
Per prenotare la visita:
Catacombe di Villa Torlonia:
Tel. 06 4880530 -06 4880856 - Fax 06 4814125
Chiedere dell’ispettrice della Sovrintendenza Archeologica Dott. Maria Rosaria
Barbera.
Catacombe di Vigna Randanini:
tel. 06 68806897 (numero privato)
Già nel II secolo a.C. è attestata a Roma una presenza ebraica, mentre una comunità fissa è ben documentata durante il secolo successivo. A Roma le catacombe costituiscono l’unica testimonianza archeologica di una ricca comunità. Questi cimiteri sotterranei sembrano comparire in un periodo successivo a quello della nascita dello sviluppo dei primi ipogei cristiani di fine II e inizio III secolo. Le necropoli sotterranee degli ebrei apparvero subito sotto forma di catacombe già estese e programmate per eventuali sviluppi futuri. Allo stato attuale delle conoscenze non sembrano esistere ipogei primitivi ebraici contemporanei a quelli pagani o cristiani. In tutto le catacombe ebraiche presenti a Roma sono sei: le due di Villa Torlonia, sulla via Nomentana; quella di Vigna Randanini sulla via Appia; quella della Vigna Cimarra lungo la via Ardeatina; quella della via Labicana e quella di Monteverde, detta anche della via Portuense. Non si può escludere che un gran numero di esse non sia ancora stato rinvenuto, o distrutto dall’attività edilizia come nel caso della catacomba di Monteverde. Va sottolineato come l’ubicazione delle catacombe ebraiche coincida con quelle di tutte le altre necropoli romane, all’esterno del pomerio e lungo le principali vie consolari. Nel primo pianerottolo di Villa Torlonia, nell’ambiente dal quale si accede alla catacomba di Vigna Randanini e, forse, a Monteverde, si è individuato l’atrio prescritto dalla Mishna, per la sosta del feretro e di chi lo trasportava. Inoltre l’ambiente di Vigna Randanini presenta la particolarità di dare accesso alla catacomba non da una scala, ma direttamente dal piano di campagna. Nelle catacombe ebraiche, a differenza degli altri ipogei noti, sembra che i corpi siano stati rigorosamente separati gli uni dagli altri, come dimostrano le le prescrizioni rituali e l’assenza di sepolture “polisome”. La maggiore originalità delle necropoli ebraiche risiede nella decorazione delle tombe e nelle testimonianze epigrafiche. La decorazione dipinta, incisa o graffita è generalmente molto sobria e piuttosto rara. Solo due cubicoli della catacomba superiore di Villa Torlonia, presentano una decorazione organica ben conservata, con la raffigurazione di delfini e pavoni. Sono generalmente ripetute un’infinità di volte i simboli religiosi più tipici della religione ebraica. l’Aron (scrigno aperto contenente il rotolo della legge), la menorah, l’ethrog (il frutto del cedro), il melograno, simbolo della continuità della vita dello spirito dopo la morte). I dati più significativi per la conoscenza della comunità ebraica romana si ricavano senza dubbio dal ricco corpus delle iscrizioni, che testimoniano una certa agiatezza e un buon livello culturale dei defunti. Le catacombe ebraiche di Villa Torlonia furono scoperte nel 1918. Si tratta di due ipogei indipendenti, con origini non anteriori all’età di Settimio Severo (193-211), e sviluppatesi nel corso di tutto il III secolo. Si divide in una catacomba superiore ed in una inferiore, collegate tra loro da una galleria. Scoperta nel 1859, l’accesso alla catacomba di Vigna Randanini avveniva in piano, a partire da un diverticolo dell’Appia, lungo l’attuale Appia Pignatelli. Dinanzi all’ingresso si presentava un ampio atrio rettangolare, caratterizzato da due fasi. Dalla galleria principale inizia lo sviluppo di diramazioni, alcune con cubicoli ed arcosoli. L’estremità sud è caratterizzata da uno sfruttamento più intenso. Per quanto riguarda quella di Vigna Cimarra, si tratta di una piccola catacomba nei pressi del cimitero di S. Sebastiano, scoperta nel 1866; come le altre catacombe ebraiche, non è anteriore al III secolo. Ad oggi risulta impraticabile. La catacomba di Monteverde venne portata alla luce nel XX secolo, dopo che il cimitero era già stato parzialmente esplorato nel 1602. Inaccessibile, era costituita da un vestibolo e da una larga scala ai piedi della quale si trovavano ambienti di forme piuttosto irregolari, forse per il riuso di una cava. Allontanandosi dall’entrata gli spazi assumono le normali forme di gallerie cimiteriali. Sono state individuate almeno tre grandi regioni disposte attorno ad una grande frana. Le gallerie sembrano avere un percorso regolare lungo il quale sono stati riconosciuti diversi cubicoli e una grande nicchia rettangolare. |