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Via in Lucina, 16a |
066871494 |
M Spagna |
BUS 117 119 492 628 |
Sull'omonima piazza, centralissima e animata, sorge questa basilica, con una forte impronta barocca, ma di antichissima origine, poichè il suo nome deriva da quello di una matrona romana sulla cui domus, adattata nel IV secolo al culti cristiano, sorse la chiesa attuale, costruita per la prima volta nel 440, sotto papa Sisto III. Questa chiesa fu interamente ricostruita sotto Pasquale II (1099-1118) e completata nel 1130 dall'antipapa Anacleto II. Bisognerà attendere la metà del seicento per un ulteriore, radicale rinnovo della basilica ad opera di Cosimo Fanzago,mentre altri restauri e ripristini si ebbero nell'ottocento e nel novecento. La semplice facciata secentesca è preceduta dal portico a colonne ioniche dell'epoca di Pasquale II. I capitelli sono realizzati appositamente e non sono quindi di recupero. A destra si leva il campanile romanico, della stessa epoca, restaurato nel novecento. Ai lati del portale d'ingresso, due leoni romanici. L'interno era originariamente a tre navate, poi le laterali furono nel seicento trasformate in cappelle: Le decorazioni del Fanzago furono sostituite nei restauri del 1858 da modesti affreschi ottocenteschi. A destra, tra la seconda e terza cappella, il cenotafio di Nicolas Poussin, il sommo pittore francese del seicento che passò la maggior parte della sua esistenza a Roma. Il suo monumento funebre fu eretto nel 1829 per volontà dello scrittore Chateaubriand, allora ambasciatore di Francia a Roma. La quarta cappella a destra, della famiglia Fonseca, fu eretta nel 1660-1664 dal Bernini. Dalle nicchie guardano quattro busti di defunti, del Bernini e allievi, di cui particolarmente espressivo il secondo a destra, quello del medico Gabriele Fonseca; nella cupoletta bellissimi angeli in stucco. Sopra l'altare maggiore, con quattro colonne di marmo nero,opera di Carlo Rainaldi (1669), un celebre Crocifisso dipinto da Guido Reni. Dietro l'altare, un paliotto cosmatesco e la cattedra marmorea, del XII secolo. La quinta cappella a sinistra è la secentesca cappella della Madonna delle Grazie, ricca di stucchi, con tele e affreschi del francese Simon Vouet (1624), mentre la pala d'altare è del settecentesco Marco Benefial. tra la quarta e al terza cappella sinistra un bel pulpito a inatrsi marmorei, resto degli arredi del Fanzago. Nella seconda, S. Carlo Borromeo, tela di Carlo Saraceni (1618). Ritornando alla prima cappella destra, sotto l'altare, reliquiario che racchiude la graticola sulla quale S. Lorenzo avrebbe subito il martirio. Sulla destra della chiesa, l'ex convento è ora sede di una caserma dei Carabinieri, e fu costruito nel 1633-1665 su disegno di Carlo Rainaldi. Negli ultimi anni una serie di scavi nel sottosuolo della chiesa e dei palazzi adiacenti hanno portato alla luce i resti di una domus del I secolo a.C., in un ambiente della quale fu più tardi ricavato il titulus Lucinae. In altri locali, visitabili su richiesta, sono visibili i resti dell'horologium Augusti, ovvero di una gigantesca meridiana pavimentale,lastricata in travertino (160 metri x 60), l'asta della quale era costituita dall'obelisco che ora si trova in P.zza Montecitorio. La parte di pavimentazione che è ora tornata alla luce, sempre coperta da un ristagno di acque sotterranee, conserva ancora alcune delle parole scritte in lettere di bronzo nella pavimentazione con indicazioni astronomiche e metereologiche. Sulla antistante piazza prospettano numerose case e palazzi, dal seicento al novecento, che costituiscono un armonico insieme edilizio; da notare, in angolo con via del Leoncino, la casa Castellani, opera di Giuseppe Valadier (1823), bell'esempio di Neoclassicismo minore, mentre di fronte alla chiesa l'ex cinema Corso, ora Etoile, è una delle prime realizzazioni di Marcello Piacentini (1916), in stile "Secessione". |