Secondo
il Liber pontificalis fu papa Simmaco
ad erigere la basilica al martire frigio (290-304), intorno al 500. Vi
fu costruito anche un balneum, usato per il battesimo in
immersione e per le abluzioni sacre in genere. Questo uso peraltro,
tipico dell'età antica del cristianesimo, venne meno con la rovina
degli acquedotti e in seguito, in una Roma ristrutturata negli impianti
idraulici, non fu più rinnovato. La basilica fu restaurata da Onorio
I nel VI secolo e Gregorio di Tours rammenta che, ai suoi t
empi, i romani usavano andare a pronunciare i giuramenti solenni proprio
sulla tomba del martire, poichè si credeva che lo spergiuro sarebbe
subito morto sul posto. Vi prestò giuramento anche Pietro d'Aragona nel
1205 ed è questo l'ultimo grande avvenimento della storia di questa
basilica. Fu di nuovo restaurata dal cardinale Ludovico di Monreale nel
1066 e concessa ai Carmelitani scalzi da Alessandro
VII. Nel 1854 la basilica veniva dichiarata monumento
nazionale. Sopra le arcate del presbiterio affreschi a riquadri
attribuiti ad Antonio Tempesta raffiguranti i Santi Dionisio e
Pancrazio, a destra e i Santi Calepodio e Pancrazio, a
sinistra. In fondo alla navata di destra, sull'altare, una Santa
Teresa di Palma il Giovane. Un museo è nella sagrestia: vi sono
conservati pezzi archeologici provenienti dalle catacombe e dall'antica
chiesa consistente in materiale epigrafico, lapideo e scultoreo relativo
ai primi secoli della Chiesa romana. Accanto è l'ingresso alle catacombe,
con pitture in due cubicoli, dove S. Pancrazio fu sepolto dalla pia
matrona romana Ottavilla.
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