ROMA SPQR

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Tumuli degli Orazi e dei Curiazi

 

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Lungo la via Appia Antica

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Questo luogo era probabilmente connesso all'antico confine tra il territorio di Roma e quello di Alba Longa, la città "madre", dalla quale Roma era nata attraverso Romolo e Remo. Al tempo di Tullo Ostilio (il terzo Re di Roma), Roma entra in conflitto con Albalonga e i due eserciti si affrontano proprio qui, sulle Fossae Cluiliae (così la leggenda antica viene tramandata) che segnano il confine tra i due Stati. Eppure il fatto che i Romani e gli Albani, due nazioni dello stesso sangue, si affrontassero e si massacrassero dovette sembrare empio, e per questo motivo il Re di Roma e il Dittatore di Albalonga decisero di allestire un duello fra 3 Romani e 3 Albani: i famosi fratelli Orazi e Curiazi.

Si racconta che, schierati gli eserciti ai due lati di un campo, i sei si affrontano e i Curiazi uccidono due Orazi romani. I tre Curiazi erano vincitori ma erano feriti mentre l'Orazio superstite era ancora nel pieno del suo vigore, eppure non ce l'avrebbe fatta ad affrontare tre avversari contemporaneamente. Allora finge di fuggire verso Roma inseguito dai tre Curiazi che correndo si distanziano e allora ogni tanto l'Orazio si fermava e affrontava quello che era più vicino e lo infilzava e poi continuava a fuggire fino ad ammazzarli tutti e tre e in questo modo i Romani hanno vinto il duello.

La leggenda era ancora ricordata in età imperiale, e si indicavano le tombe degli Orazi e dei Curiazi proprio in questo posto, dove ancora si vedono alcuni tumuli circolari dalla forma arcaica a cono. Inoltre nel campo qui dietro esiste un grande recinto in opera quadrata che gli eruditi dei secoli scorsi indicavano come il campo dello scontro. In realtà si tratta di un grande ustrino, cioè un grande recinto dove si bruciavano i cadaveri per incinerarli.

E' comunque un fatto che la via Appia, in questo punto, fa una deviazione senza alcun motivo, forse per rispettare un luogo "sacro", un sacello, un tempio, un altare, antico e primitivo, che ricordava un antico confine dello Stato romano. Oggi riconosciamo lungo le grandi strade consolari che escono da Roma, tra il V e il VII miglio, un santuario che segnava il confine dello Stato romano al tempo dei Re.

Gli antichi, che non avevano le dogane, collocavano i santuari con le divinità che erano ritenute ben più potenti, e affidavano a loro il controllo di chi entrava dentro lo Stato. Quando Roma si espanderà e questi confini verranno man mano dilatati. Cesare prima di valicare questo confine sacro dello Stato Romano al Rubicone, vicino Rimini, ci pensa su due volte proprio perché era un atto irreparabile rispetto alle leggi dello Stato e soprattutto della religione.

Sappiamo che in età augustea ancora si ricordava questo episodio avvenuto al V miglio della via Appia, e le tombe degli Orazi e dei Curiazi erano probabilmente visitate come un fatto turistico come facciamo noi oggi; siamo quindi di fronte ad una tradizione antica che si collega a leggende legate alle origini di Roma.

Questa tomba intanto non è arcaica ma tardo repubblicana, con lo zoccolo circolare che appena si riconosce, il nucleo in calcestruzzo (il calcestruzzo si diffonde nel II sec. a.C.), un gran tumulo di terra e la torretta in alto. Nonostante quello che si potrebbe pensare, la torretta non è medioevale ma antica, e porta direttamente alla camera funeraria in basso. Il Mausoleo di Augusto era fatto allo stesso modo, anche se in forma molto più monumentale: tamburo cilindrico con al centro una specie di torre in opera quadrata coperta dal tumulo, e in fondo l'urna che conteneva la tomba d'Augusto. Ora qui è lo stesso: evidentemente il tamburo era più alto di come appare oggi e quindi il cono arrivava a coprire interamente la torretta.

Gli archeologi dell'inizio del secolo hanno esplorato questi mausolei per vedere se magari sotto c'era una tomba arcaica, visto che c'era la leggenda. Hanno però trovato solo un'urna vuota, quindi l'edificio non è una tomba vera e propria bensì un cenotafio, una costruzione commemorativa priva del morto: un fatto insolito anche se non rarissimo.

Circa 100 metri più avanti, sempre sulla destra, sono i cosiddetti Tumuli degli Orazi, anche essi, come quello precedente dei Curiazi, legati alla tradizione del leggendario scontro che sarebbe avvenuto nei paraggi.

Sono due tombe caratterizzate da un cono basso di terra, un po' come i tumuli che vediamo in Etruria, a Cerveteri; non sono particolarmente monumentali, e sicuramente non sono arcaiche perchè una ha la cornice di base in travertino e l'altra in peperino, pietre che si diffondono a partire dal II-III sec. a.C.

Un tumulo è interamente di terra, l'altro ha invece lo scheletro a raggiera in calcestruzzo per contenere meglio la terra. Questi sepolcri a cono, per contenere bene il terrapieno, avevano in genere una suddivisione interna fatta come gli spicchi di una arancia, a raggiera, in modo da ridurre la spinta sul tamburo; anche il Mausoleo di Augusto è fatto così.

Anche questi due sepolcri devono risalire all'ultimissima fase repubblicana e, secondo una recente ipotesi, furono costruiti o restaurati in età augustea probabilmente come "memoria" di questa tradizione del V miglio, del confine dello Stato Romano con quello di Albalonga, del duello degli Orazi e Curiazi.

In effetti il racconto degli Orazi e dei Curiazi è riportato da Tito Livio, autore di età augustea, e questo sembra coerente con la politica di Augusto di valorizzare le tradizioni, di rivitalizzare gli antichi culti, di restaurare gli antichi templi, proprio per riaffermare la romanità contro politiche del tipo di quella di Antonio, visto come il corruttore che introduce i culti e i costumi orientali.