Arco di Settimio Severo

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All'interno del Foro romano - Via dei Fori Imperiali

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L'arco fu costruito nel 203 d.C. a cavallo della Via Sacra e fu, come è attestato nella lunga iscrizione, con lettere in bronzo (sparite nel tempo) incassate nel marmo antico, dedicato dal Senato all'imperatore Settimio Severo (193-211 d.C.) per commemorare  le sue fortunate spedizioni militari e le cariche rivestite: Partico per aver sconfitto i Parti; Arabico per aver sconfitto le popolazioni della penisola arabica; Partico Adiabenico da Adiabene provincia dell'Assiria; Pontefice Massimo, munito di Tribunicia Potestas per l'undicesima volta dopo aver ricevuto due volte le acclamazioni imperatorie degli stessi soldati; console per la terza volta; proconsole.  L'iscrizione è parimetri dedicata ai due figli dell'imperatore Marco Aurelio Antonino Cesare, soprannominato Caracalla, e Publio Settimio Geta Cesare. Com'è noto, Settimio Severo, morendo, aveva lasciato il regno indiviso ai due figli, ma Caracalla, nel 212 d.C., fece uccidere il fratello per poter governare da solo. La quarta riga dell'iscrizione, che conteneva il nome di Geta, fu fatta scalpellare per ordine dello stesso Caracalla e riscrivere, al fine di cancellare totalmente il ricordo del fratello dal monumento pubblico. L'iscrizione termina con la motivazione della dedica del Senato e del Popolo Romano all'imperatore e ai figli "per le loro insigne virtù in patria e all'estero". L'arco a tre fornici è costruito in laterizio e rivestito di travertino e marmo. Ciascuna facciata è animata da quattro colonne di stile composito sulle cui basi sono immagini di soldati romani e prigionieri. Sulle chiavi di volta dei due fornici laterali sono raffigurate teste di divinità mentre sugli archivolti sono figure fluviali tra cui si riconoscono il Tigri e l'Eufrate. La chiave di volta del fornice centrale, lato Foro, è la figura intera di Marte, mentre negli archivolti, anche dall'altra facciata, sono rappresentate le vittorie con trofeo e ai piedi le quattro stagioni. I rilievi sovrastanti i fornici laterali riproducono episodi della guerra contro i Parti. L'attico doveva essere sormontato da una quadriga con sei cavalli guidata dall'imperatore così come appare in una moneta databile al 204 d.C.