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Vicino via Anagnina, Km. 5 |
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Bellissima questa torre con i suoi due alberi che sembrano volerla proteggere, proprio come due sentinelle, dalle minacce che l'uomo le provoca. Per arrivarci occorre percorrere la via Anagnina fino al km. 5 (c'è scritto sul bordo della strada): circa 30 metri più avanti si trova una viuzza, percorretela per circa 400 m. e poi.... vi troverete di fronte la torre. Fino ad oltre due secoli fa, nel 1772, il "Fondo della Marrana con torre" è ricordato come proprietà del Capitolo Vaticano, con il nome di "Casale della torre detta di Acqua sotterra", nome acquisito nel tardo medioevo, derivato da una sorgente di acqua ivi esistente. Il fondo è ricordato per la prima volta nella bolla di Onorio III (Cencio Savelli) del 1216; era stato appena eletto, il 18 luglio. Onorio dovette subire una serie di prepotenze da Federico II, malgrado fosse stato un suo discepolo. Nel 1220 egli lo incoronò, fidando sulle promesse fatte a Innocenzo III, suo predecessore, e cioè di cedere a un parente il regno di Sicilia e di comandare la "quinta crociata". Federico non mantenne i patti, ma la crociata si fece lo stesso. La torre, quadrata (7 m. di alto) è impostata sui resti di una cisterna romana. Di un antemurale che circondava la torre sono rimasti alcuni tratti nei lati nord, sud ed est, composti da filari di blocchetti in selce alternati da fasce in scaglie marmoree bianche. La Torre della Marrana è costruita in piccoli parallelepipedi di tufo e peperino, con scaglie marmoree al di sopra dell'ingresso. Nel lato ovest è conservata, al secondo piano, una porta-finestra utilizzata a scopi difensivi. Si notano ancora le feritoie e ordini di fori per le travature interne. Il fortilizio doveva costituire, oltre che una vedetta delle via Castrimeniense e Latina, uno dei posti di guardia di Castel Borghetto, cioè dei Savelli, che vi subentrarono verso la fine del XIV secolo. |