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Quella che oggi chiamiamo "La Casa di Dante" ceduta dal comune di Roma nel 1921 (la scritta che segue ce ne darà conferma) all'istituto diretto alla divulgazione della Divina Commedia, in realtà si chiama Torre degli Anguillara. Ecco la scritta della lapide dedicata in occasione della destinazione del complesso come centro di cultura, da parte del comune: NELLA SESTA RICORRENZA CENTENARIA DELLA MORTE DI DANTE ALIGHIERI IL MUNICIPIO DI ROMA QUESTO EDIFICIO GIA' DEGLI ANGUILLARA AFFIDO' ALLA CASA DI DANTE PERCHE' FOSSE IN PERPETUO CONSACRATO ALLO STUDIO E ALLA DIVULOGAZIONE DELLE OPERE E DELLA VITA DEL DIVINO POETA SETTEMBRE MCMXXI La sede di questa bellissima costruzione del XIII secolo, si trova a Trastevere ed è una delle poche rimaste di quel periodo. Dato il punto strategico, si poteva controllare il fiume e la vicina isola Tiberina in occasione degli scontri fra Guelfi e Ghibellini, e anche fra Baroni e Baroni, ed era importante sapere in anticipo come difendersi o come aggredire. Si pensa che nel XV secolo la ricostruzione, sia della torre che del palazzo, si possa attibuire al conte Everso II, che in brevissimo tempo arrivò all'apice e nello stesso tempo decadde. Come ogni torre o castello, anche questo complesso ebbe diversi proprietari. Prima fu di Alessandro Picciolotti da Carbognano, nel 1538, che era anche vassallo degli Anguillara. Appena quattro anni dopo, nel 1542, un tremendo terremoto lo danneggiò in modo rilevante, quindi per diverso tempo rimase abbandonato. Successivamente passò alle zitelle di S. Eufemia. Circa due secoli dopo, torre e palazzo, vennero acquistati da Giuseppe Forti, della borghesia trasteverina, che nel 1827 vi insediò una fabbrica di smalti e di vetri colorati. Dopo circa sessant'anni il complesso venne espropriato dal Comune di Roma che nel 1902 ne curava tutto il restauro. Ma come gia detto, questo bellissimo palazzo, dal 1921, è affidato alla "Casa di Dante". L'aspetto negativo è che per entrare e visitare l'interno è come voler andare a visitare il "paradiso", cioè non è facile trovare la scappatoia per introdursi e per ammirare e apprezzare anche il bellissimo cortile. Raramente si legge sui quotidiani romani che avvengono incontri nella "Casa" per assaporare, almeno per qualche ora, attraverso letture, le opere del grande Dante Alighieri. Purtroppo quando i complessi antichi appartengono ai privati è quasi sempre così. Chi ha la possibilità di restaurarli vive nella bambagia; chi non ce l'ha li utilizza o per magazzini di verdura o come stalle; altri li lasciano morire, mentre altri ancora, avendoli avuti in dotazione per la divulgazione della cultura, se ne sono approfittati facendone cosa loro, come nel caso della splendida Torre degli Anguillara. |