La
Seconda Guerra Punica iniziò per volere del cartaginese Annibale,
valorosissimo generale, che amava tanto Cartagine quanto odiava Roma. Il piano
di Annibale era grandioso: voleva attraversare le Alpi, far ribellare le
popolazioni italiche contro Roma e poi sconfiggerla.
Egli con grande energia cominciò a realizzare il suo sogno.
Nel 218, affrontando grandi difficoltà e perdendo molti soldati, superò
le Alpi. Scese nella pianura padana, aiutato dai guerrieri Galli e sconfisse due
eserciti romani. Raggiunse poi l'Italia centrale dove distrusse un terzo
esercito consolare.
Ma le popolazioni italiche seguirono Annibale contro Roma? Questa infatti era la
carta decisiva per Annibale. Nel centro della penisola, la maggior parte degli
Italici restò fedele alla Repubblica; allora Annibale, per costringerli a
cambiare idea, devastò le loro campagne. Roma cercò allora lo scontro
decisivo, ma a Canne, in Apulia, venne sconfitta spaventosamente nel 216.
Dopo Canne, però, i Romani non si arresero. Con sforzi sovraumani armarono
nuovi eserciti. Un giovane generale Publio Cornelio Scipione venne
nominato console. Egli, per allontanare Annibale dall'Italia, trasferì la
guerra in Africa. Così facendo impose il richiamo di Annibale in patria e lo
costrinse a dare battaglia in condizioni di inferiorità.
Lo scontro decisivo avvenne non lontano da Cartagine, a Zama nel 202
a. C. Fu la fine di Annibale ed anche di Cartagine. |