|
Carino era il figlio maggiore di Marco Aurelio Caro; aveva un fratello minore, Numeriano, e una sorella, Paulina. Quando il padre salì al trono, nel 282, Caro era già adulto e aveva una moglie, Magnia Urbica, e forse un figlio, Nigriniano: fu associato al potere ricevendo il rango di Cesare e i titoli di princeps iuventutis e nobilissimus assieme al fratello. Quando il padre portò a termine una vittoriosa campagna contro i Quadi e i Marcomanni, all'inizio del suo regno, condivise con Carino il titolo di Germanicus maximus. Caro si trovò a dover affrontare i problemi che avevano afflitto gli altri imperatori durante la Crisi del terzo secolo, trovare un metodo che garantisse una successione incruenta e il più possibile automatica e rispondere alla necessità delle popolazioni di sentire la presenza dell'autorità centrale. Queste due problematiche, quando non affrontate correttamente, avevano causato delle guerre civili e dei colpi di stato in occasione delle successioni, e avevano invogliato le province più lontane dalla sede imperiale a proclamare dei propri imperatori. Per risolvere questi due problemi, Caro pensò di associare al potere il figlio maggiore, affidandogli l'amministrazione delle province occidentali: fu così che Carino fu proclamato Augusto nel 283, anno in cui tenne il consolato assieme al padre Il padre partì per una campagna in oriente, contro i Sassanidi, assieme all'altro figlio e Cesare, Numeriano. Alla sua morte (agosto 283), Numeriano divenne Augusto, e Carino si trovò ad essere l'Augusto anziano, nel quale si focalizzò la lealtà dei militari: si trovava infatti in Germania, a combattere contro i Quadi, nella prosecuzione della campagna paterna. Dopo aver speso l'inverno 283/284 acquartierato a Roma, nel 284 (anno del suo secondo consolato, assieme a Numeriano) si recò in Britannia, per combattere una campagna per la quale assunse il titolo di Britannicus maximus assieme al fratello. Sebbene il meccanismo di successione progettato da Caro avesse superato la prova, la tentazione di un colpo di mano da parte dei comandanti militari di province di frontiera era ancora grossa, specie con un imperatore in territorio nemico (Numeriano) e un altro lontano in Britannia (Caro). Quando poi in occidente giunse la notizia della morte di Numeriano (novembre 284), la minaccia di una usurpazione si materializzò: nella provincia di Pannonia si sollevò infatti il generale Giuliano. A questo avversario se ne aggiunse un altro: dopo la morte di Numeriano, l'esercito orientale aveva scelto di sostenere come imperatore un generale, ma presente tra loro, Diocleziano, piuttosto che il legale detentore del titolo, ma lontano: il nuovo pretendente si mosse verso occidente per giungere ad uno scontro che decidesse chi avrebbe mantenuto la porpora. All'inizio del 285 Caro tornò sul continente col suo esercito, movendosi incontro a Giuliano: i due si scontrarono nei pressi di Verona, dove Carino sconfisse il suo rivale. Annullata la prima minaccia, l'imperatore si mosse verso oriente, incontro a Diocleziano. Lo scontro decisivo, noto come la battaglia del fiume Margus (presso Viminacium, in Moesia), si risolse con la disfatta e la morte di Carino. Carino morì a 29 anni, nel secondo anno di regno. Con la sua morte termina il periodo della Crisi del terzo secolo ed inizia il processo che porterà alla Tetrarchia. |