Fontana del Fritto Misto

 

 

Piazza Vittorio Emanuele II

 

 

La storia di questa fontana risale al tardo XIX secolo. Papa Pio IX aveva fatto costruire un nuovo acquedotto, che era stato   
ultimato nel 1870, appena pochi giorni prima che Roma fosse presa dalle truppe italiane. Chiamato Acqua Pia-Marcia (dall'antica Acqua Marcia, costruita nel 144 a. C . e dal nome del pontefice), l'acquedotto aveva la sua mostra un'ottantina di metri più in là dell'attuale fontana, verso la stazione Termini. Solo qualche anno più tardi il nuovo governo decise di ristrutturare l'intera area, e una fontana più grande venne realizzata. A quel tempo il suo aspetto era semplicemente quello di una serie di vasche a diverse altezze, perché non era ancora decorata da alcuna statua.  L'impressione generale della gente era che alla nuova fontana mancasse ancora qualcosa. Difatti, in occasione della visita ufficiale dell'imperatore tedesco Guglielmo II, furono temporaneamente collocati leoni di gesso ai quattro angoli della fontana, per migliorarne l'aspetto. I romani si lamentarono di tale soluzione così fittizia, e il Comune decise di far realizzare per questa struttura delle statue autentiche. Un artista siciliano, Mario Rutelli (casualmente, nonno dell'ex sindaco di Roma Francesco Rutelli), ricevette la commissione per quest'opera.  

Le figure avrebbero dovuto rappresentare quattro ninfe acquatiche: la Naiade degli Oceani, la Naiade dei Fiumi, la Naiade dei   

Laghi e la Naiade delle Acque Sotterranee, ciascuna con un animale allegorico suggestivo del rispettivo ambiente.  

Quando le statue vennero poste nel loro sito il risultato finale scosse l'opinione pubblica: quattro giovani figure femminili completamente nude, i cui corpi bagnati dall'acqua rilucevano al sole. Ma la decorazione per il punto centrale e più alto della fontana doveva ancora essere realizzato. Rutelli, forse deluso dal clamore che la sua opera aveva provocato, preparò un gruppo piuttosto insolito, che comprendeva tre figure umane, un delfino e un polpo, avvinghiati in una lotta. In occasione dell'Esposizione Internazionale di Roma del 1911 il primo modello, realizzato in malta, fu posto in cima alla fontana in attesa di essere rimpiazzato con la versione definitiva in bronzo. Ma il gruppo ricevette commenti sarcastici, e venne ribattezzato "il fritto misto di Termini".    

Di lì a poco, l'artista ne scolpì un secondo, rappresentante una figura maschile che abbraccia un delfino, che ricevette una migliore accoglienza. Il modello del "fritto misto", invece, fu ricollocato nei giardini di piazza Vittorio Emanuele, dove decorava un laghetto. Nei primi anni '70 quest'ultimo dovette essere eliminato e riempito a causa dei lavori per la stazione della metropolitana, proprio sotto la piazza, mentre il gruppo di Rutelli fu lasciato sul posto, ancora una volta senza uno scopo. Nonostante le condizioni critiche delle sue figure, delle quali molti dettagli sono ormai persi per sempre a causa della scarsa resistenza della malta e delle concrezioni, è stato recentemente restaurato per quanto era possibile.