L' origine della chiesa è
assai più antica di quello che comunemente si
pensi. Ricordata già dal 955, viene fatta risalire all' anno
1256 sotto il pontificato di Alessandro
IV; ma in un documento di vendita del 1165 si nomina già la
chiesa di S. Maria in Via.
Il nome deriva forse dalla vicinissima via Flaminia, che venne chiamate
per antonomasia la via in una epoca nella quale i dintorni della
chiesa erano pressoché aperta campagna, come attestano i nomi storici
di alcune contrade sorte più tardi; tanto più che la chiesa nel secolo
XIV si affacciava direttamente sulla Flaminia. Il prof. Orazio Marucchi,
in una scavo aperto alcuni anni or sono, potè osservare nelle
fondamenta della casa attigua alla chiesa alla sua destra, un tratto di
antica strada romana selciata con poligoni
di lava basaltica alla profondità di circa 6 metri sotto il livello del
piano stradale.
Quella via aveva una direzione quasi normale all' asse dell' attuale
chiesa di S. Maria
e teneva più o meno
la direzione della moderna via del Corso, sotto alla quale
in alcuni tratti si rinvennero alla stessa profondità, sotto il
muro divisorio dei palazzi Ferrajoli e Pericoli, dei resti. Era
dunque una via laterale alla Flaminia
che si dirigeva verso le pendici
del Pincio.
In continuazione di quell' allineamento e poco lontano,
dietro il palazzo Poli, rimane ancora in piedi l' arco
monumentale dell' acquedotto della Vergine, con la epigrafe di Claudio;
quell' arco è in gran parte interrato ed indica sicuramente il
passaggio di un' antica strada che dal colle degli orti scendeva verso
la via; ciò fa credere che
questa fosse la prosecuzione di
quella rinvenuta presso la chiesa, la storia della quale si riallaccia
ad un celebre miracolo avvenuto nel 1256. Si racconta
che durante l’anno del pontificato di
Alessandro
IV, le acque di un pozzo che era in una stalla presso il
vicino palazzo del card. Pietro Capocci , tracimò allagando presto
l’intera zona; il fenomeno cessò solo quando
venne raccolta un’immagine della Madonna, dipinta su di una
lastra di silicio, portata a
galla proprio da quel pozzo. Il
Cardinale Capocci, stupito da quel miracolo, fece edificare in
quel luogo la chiesa.
Ma come si è detto prima, la chiesa risulta più antica del 1256; perciò,
per conciliare questa
tradizione con la costruzione voluta dal
card. Capocci, si può
pensare che l' antica
chiesina di S. Maria in Via, forse già in cattivo stato, venne
sostituita da una più ampia e decorosa nella quale venerare
l’immagine prodigiosa della Vergine. Venne inglobato dalla chiesa
stessa anche il pozzo, in cui era tradizione, fino ai tempi di Alessandro
VII, che vi si trovasse una pietra del pozzo della Samaritana
ed alle cui acque, da allora, furono attribuite virtù taumaturgiche. La
chiesa fu parrocchiale fin dal 1452.
Sotto Innocenzo
VIII nel 1491 fu riedificata.
Nel 1513, affidata da Leone
X ai padri Serviti, che nel 1549 ne
rialzarono le fondamenta. Attualmente la chiesa si presenta come
è stata progettata, nel 1594, da Francesco da Volterra e Giacomo Della
Porta, che iniziò anche la facciata.
Nel 1604 venne fatta fare la tribuna ed il coro dal Card. Bellarmino, di
cui, nel convento, si conserva ancora la sedia. La chiesa venne
completata nel 1670 da Girolamo Rainaldi.
La facciata, con finestrone centrale, è a due ordini.
L’interno, a navata unica, ha quattro cappelle per lato.
Nella prima cappella, entrando a destra, fatta erigere da Monsignor
Canobio, vi è la
miracolosa immagine delle Madonna del Pozzo ed il pozzo ancora
funzionante e da cui si attinge l’acqua che viene offerta da bere ai
fedeli. La seconda cappella di Licinia della Porta è dedicata a S.
Filippo Benizi.
La terza cappella,
Aldobrandini, ha sopra l’altare una ”Annunciazione” ed ai
lati, l’”Adorazione dei Magi” e “Natività” opera del Cav.
D’Arpino (1596).
La quarta cappella di Carlo Lombardi, rappresenta la SS. Trinità.
A sinistra rispettivamente nell’ordine:
la cappella di s. Andrea Apostolo, della famiglia del Bufalo.
La cappella dell' Assunta, di Porzia dell' Anguillara.
La cappella dei SS. Girolamo e Giuseppe di
Ortensia del Bufalo, passata poi a Lelio Barigiani
. La cappella di S. Carlo dell’Abate di Giuliano Maruccelli.
Nel periodo natalizio, la
chiesa espone uno dei più suggestivi presepi di Roma.
Girando dietro l’abside della chiesa, si arriva a Piazza Poli dove si
trova il settecentesco oratorio del SS. Sacramento, ricostruito sotto Benedetto
XIII da Domenico Gregoriani.
Nella chiesa v' erano i sepolcri di nobilissime famiglie, tra le quali i
Fontana, i Saraceni, i Sarra, gli Orsini, i Baronibus, i Canobio, i
Capocci ecc.
Sotto il pontificato di Alessandro
VII la Visita Apostolica vi annotò le seguenti
cappelle gentilizie:
1a
a mano destra dell' altare maggiore una cappella dei ss. Girolamo e
Giuseppe fondata da Ortensia del Bufalo, passata poi a Lelio Barigiani
2a
idem, cappella dei ss. Girolamo e Giuseppe fondata da Ortens |