Nei
pressi di Piazza Navona
si trova la bellissima
chiesa di S. Maria della Pace. Ed
a quanto è dato sapere, sembra essere la prima opera architettonica del
Bramante a Roma.
Sul
quel luogo esisteva un’antica chiesa dedicata a S. Andrea e ricordata
fin dal 1186.
Nel
1480 un’immagine della Madonna,
colpita da un sasso trasudò sangue.
Alcuni
testi fanno risalire a questo miracolo la decisione di Papa Sisto IV di
costruire un tempio.
Per
altri, la costruzione sorta tra 1480 circa e il 1483,
è avvenuta come tempio votivo in ricordo della pace impetrata
dopo la crisi provocata con l' uccisione di Giovanni de' Medici, dalla
congiura dei Pazzi (26 aprile 1478). La pace definitiva non avvenne che
il 28 novembre 1482 e il 13 dicembre Sisto IV
le impose il nome di S. Maria della Pace.
Il terreno scelto per la costruzione del convento,
si affacciava originariamente su tre strade: su via dell' arco
della Pace; su vicolo della Volpe; su un vicoletto, attualmente non più
esistente, sul lato opposto della chiesa. Il committente, fondatore e finanziatore dell' opera, è Oliviero Carafa
arcivescovo di Napoli, come risulta da numerose iscrizioni poste sulla
costruzione.
Il
progetto probabilmente è
di Baccio Pontelli. L’esterno della
chiesa fu rinnovato nel
1656-57 da Pietro da Cortona per volontà di Alessandro VII, realizzando
una splendida facciata barocca convessa, preceduta da un pronao
semicircolare a colonne doriche binate.
Appare
indubitabile che Bramante sia stato l'autore dell'impianto di tutto il
convento.
L'impianto
planimetrico ed altimetrico di tutto l'edificio realizza una perfetta
unità compositiva ), attraverso un unico coordinamento
dell'organizzazione d'insieme mediante un reticolo-guida di massima
costituito da quadrati che prendeva come misura un lato dell'ottagono
sistino.
Numerose "invenzioni" sono proposte dal chiostro: la
compresenza di ordini diversi nella stessa quota; gli accorgimenti
prospettici, la sovrapposizione di un ordine architravato, su uno ad
arcate; le stesse colonnine libere dell'ordine superiore in asse sulla
chiave d'arco sottostante, cioé in falso, rappresentano gli elementi più
vistosi di questa straordinaria invenzione architettonica.
Lo schema dell'arco inquadrato dall'ordine impiegato nel piano
terreno si potrebbe mettere
in relazione genericamente con
i prototipi romani esemplificati a Roma dal Tabularium, dal Teatro di
Marcello, etc.
Il
tipo di capitello ionico si riallaccia liberamente e con intenti
di semplificazione al tipo del secondo ordine del teatro di Marcello,.
Il
tipo di pilastro composto usato al piano superiore del
chiostro della Pace, ha
precedenti, almeno concettuali, nell' opera lombarda del Bramante: nel
disegno del Louvre per la facciata attribuita a S. Satiro e nel
prospetto posteriore della stessa chiesa.
Il tipo di capitello corinzio applicato alle colonne è
accostabile ad esempi quattrocenteschi diffusi nell' Italia centrale, in
Lombardia, a Roma.
Il
tipo del capitello composito (quello dell' angolo verso l'
ingresso, probabilmente realizzato per ultimo, quando si aveva fretta di
finire, o successivamente modificato, non ha le foglie intagliate) si
riallaccia più direttamente ad esempi romani; ma doveva essere già
noto, allo stesso Bramante, molti anni prima.
Dal
pronao , si entra nella
chiesa attraverso la porta originale quattrocentesca.
Nella
controfacciata e
sull’arco di accesso all’ottagono, si possono ammirare gli stucchi
di Cosimo Fancelli.
La
prima cappella Chigi, fu progettata da Raffaello che esegui anche le
celeberrime Sibille affrescate sull’arco esterno (1514) su commissione
del banchiere Agostino Chigi; nelle
figure è presente l’influenza che Michelangelo esercitò
su Raffaello con gli affreschi della Cappella Sistina terminata
da poco; le sculture che adornalo la cappella sono attribuite a Cosimo
Fancelli e Ercole Ferrata.
Su
disegno di Antonio da Sangallo il Giovane è la seconda cappella a
destra cappella Cesi.
Sull’arco
esterno presenta una
finissima decorazione rinascimentale di Simone Mosca, sono del Rosso
fiorentino gli affreschi nel lunettone che rappresentano la “Creazione
di Eva ed “Il peccato originale”.
La
prima cappella a sinistra è la cappella Ponzetti – affrescata
interamente da Baldassarre Peruzzi e presenta sull’altare una
Madonna con Bambino, Santi e Committenti della cappella stessa. Nel
catino scene dell’Antico
e Nuovo testamento.
La
seconda cappella adorna di marmi provenienti dallo spoglio del tempio di
Giove capitolino e la Madonna in Gloria con
i Santi è opera di
Marcello Venusti.
La
tribuna a cupola fu Pietro da Cortone stesso a ridecorarla nel ‘600:
nel tamburo si ammira la “visitazione di Carlo Maratta del 1655, la
“Presentazione al Tempio” del
Peruzzi (1534) – un “Battesimo di Cristo
di Orazio Gentileschi (1603) e sull’altare l’immagine della
“madonna della Pace” (XV Secolo).
Nell’abside
affreschi di Francesco Albani, del Passignano e di Lavinia
Fontana; il Crocifisso ligneo e figure di Sante (XV secolo) sono
del Gentileschi ; l’”Adorazione dei Pastori e del Sermoneta
(1565).
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