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Piazza della Repubblica |
064880812 |
M Repubblica |
BUS 60 61 62 63 64 90 170 175 492 640 910 |
E’ una delle più maestose e solenni, anzi stupefacenti, chiese dell’Urbe, conosciuta anche e soprattutto come chiesa ufficiale per le cerimonie dello Stato, ma che si presenta di straordinaria ricchezza nei suoi riferimenti storici, architettonici e infine artistici. La chiesa, a cui ora si accede da piazza della Repubblica, sorge all’interno del corpo centrale delle Terme di Diocleziano, il gigantesco complesso edificato dal grande imperatore tra il 298 e il 306 alla sommità del pianoro dove si riuniscono i colli Quirinale, Viminale ed Esquilino, e dove passavano alcuni dei principali acquedotti che rifornivano Roma. Dalla presenza dei resti delle Terme derivò il toponimo di «Termini». Nel 1561 un sacerdote siciliano, Antonio del Duca, ottenne da papa Pio IV di consacrare agli Angeli e alla memoria dei martiri cristiani che furono impiegati secondo la leggenda nella costruzione delle terme gli ambienti del tepidarium di queste; il progetto fu fornito dal vecchio Michelangelo, e proseguito fino agli anni Ottanta, mentre, nel contempo, i Certosini, cui era stato affidato il nuovo tempio, costruivano il grande complesso conventuale adiacente. L’intervento
michelangiolesco fu assai rarefatto, limitandosi
a unire al tepidarium alcuni
ambienti adiacenti e conservando le mu-rature e colonne antiche,
costituendo un organismo a croce greca il cui orientamento era
perpendicolare all’attuale, per cui l’attuale transetto era in
origine la navata principale. Nel 1750,
in vista dell’Anno Santo, fu effettuata una generale
ristrutturazione, modificando l’orientamento, a opera di Luigi
Vanvitelli, e furono qui trasferite le pale d’altare della basilica di
S. Pietro, dove andavano rovinandosi per l’umidità e dove furono
sostituite da copie in mosaico. L’attuale ingresso su piazza della Repubblica è dovuto ai restauri di
inizio secolo che hanno rimesso in luce la muratura antica delle terme;
si entra in un vestibolo, che forse in origine era il tepidarium
delle terme, una rotonda a cupola, dove sono conservati quattro
monumenti funebri, di Carlo Maratta, di Salvator Rosa, dello scultore
Pietro Tenerani e del cardinale Francesco Alciati. Nel vano di
passaggio, statua gigantesca di S. Brunone, fondatore dell’ordine dei
Certosini, capolavoro dello scultore Jean-Antoine Houdon (1766-68),
nella cappellina a sinistra Consegna delle chiavi, bella tela di Girolamo Muziano. Si
accede al gigantesco tepidarium, coperto da tre volte a crociera sorrette da otto
gigantesche colonne monolitiche di granito; a destra una bella
meridiana del 1702 tracciata sul pavimento, e le tombe di tre
protagonisti della prima guerra mondiale: Vittorio Emanuele Orlando,
l’ammiraglio Paolo Thaon di Revel, e il maresciallo Armando Diaz. Nel
braccio sinistro, alla parete sinistra, due splendide tele che
testimoniano il passaggio dalla pittura barocca a quella neoclassica:
la Caduta di Simon Mago, di
Pompeo Batoni (1755) e la Messa di
S. Basilio, di Pierre Subleyras (1743-47). Altre
due grandi tele nel presbiterio; a destra il Martirio
di S. Sebastiano, del Domenichino (1629) e a sinistra il Battesimo
di Gesù, del Maratta (1697): nell’abside il monumento funebre di
papa Pio IV 1565). |