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Bel
complesso rinascimentale nel cuore di Trastevere, anch’esso non
conosciuto quanto meriterebbe.
La chiesa fu costruita, con un annesso ospedale, per volontà di Meliaduce Cicala, nobile e commerciante genovese, a partire dal 1482-83, completata nel 1492; vi fu annesso un oratorio nel Cinquecento, quando divenne sede anche della Confraternita dei Genovesi, e fu fortemente ristrutturata nel Settecento e soprattutto nell’Ottocento. La facciata è del 1864, così come ottocentesco appare l’interno, a navata unica, in cui la più ragguardevole testimonianza della chiesa originale è costituita dal monumento funebre di Meliaduce Cicala, a destra, della scuola di Andrea Bregno. L’oratorio, accessibile da via Anicia, conserva l’aspetto della fine del Cinquecento, con un bel soffitto decorato a cassettoni, e una serie di affreschi secenteschi frammentari. Ma l’elemento più notevole del complesso è senza dubbio il chiostro, splendida costruzione della fine del Quattrocento attribuita tradizionalmente a Baccio Pontelli, a due ordini di pilastri ottagonali, su cui poggiano archi al pianterreno, architravi al primo piano. Il cortile del chiostro è un bellissimo giardino con pozzo al centro, mentre lungo i lati del portico sono raccolte epigrafi, relative anche alle vicende dell’ospedale, il quale accoglieva soprattutto i marinai genovesi le cui navi attraccavano al vicino porto di Ripa Grande. Proseguendo per via Anicia si incontrano l’arco dei Tolomei e via dei Salumi, sulla destra della quale si apre vicolo dell’Atleta, così chiamato per il ritrovamento nel 1849 della scultura dell’atleta Apoxyomenos, ora ai Musei Vaticani. Nella stessa strada al n. 14 una notevole casa medioevale che in origine fu una sinagoga, poiché prima dell’istituzione del Ghetto la comunità ebraica di Roma risiedeva soprattutto in Trastevere. |