|
Via del Caravita, 8/a |
066794406 |
M ----- |
BUS 62 80 81 85 95 116 117 119 160 175 492 628 850 |
Il
massimo tempio gesuitico di Roma, al pari della non lontana chiesa
del Gesù, dedicato al santo fondatore dell'Ordine, è
strettamente collegato all'enorme edificio del Collegio romano,
"università" per la formazione di tutti coloro che ambissero
ad entrare nell'ordine. La volta della navata è il capolavoro di padre Andrea Pozzo, l'ultimo dei
grandi studiosi della prospettiva e delle sue applicazioni, e raffigura
la Gloria di S. Ignazio (1685 ca.). Di Andrea Pozzo sono anche
gli affreschi della volta del presbiterio, del catino absidale, e dei
pennacchi della finta cupola, oltre quest'ultima, un enorme tela di 17
metri di diametro simulante l'interno di una cupola dipinta in
prospettiva. Per cogliere tutto l'insieme dal miglior punto di vista
"illusionistico" occorre porsi sopra il disco di marmo giallo
al centro della navata. La tela della finta cupola fu squarciata nel
1891 dall'esplosione della polveriera di Monteverde, e venne fortemente
restaurata negli anni sessanta del XX secolo. Negli anni Venti del XX
secolo ci fu anche un progetto di Armando Brasini per costruire una
cupola vera e propria, peraltro rimasto allo stato d'intenzione. Dal transetto destro si sale alla cappella della "Prima Primaria"
(non visitabile), integralmente affrescata dal Borgognone (1658 ca.). Uscendo dalla chiesa vale la pena di effettuare un giro all'enorme
edificio del Collegio Romano, cui si è accennato prima, probabilmente
costruito dall'architetto gesuita Giuseppe Valeriano, tra il 1582 ed il
1584. La facciata principale di estrema semplicità funzionale, guarda
su piazza del Collegio Romano. Il collegio, dopo il 1870, fu espropiato
dallo stato italiano e destinato a sede del Liceo-Ginnasio E.Q.
Visconti, che vi si trova tutt'ora. Vi venne sistemata anche la sede
della Biblioteca Nazionale Centrale "Vittorio Emanuele II",
ora al Castro Pretorio, e quella del Mueso Preistorico-Etnografico
"L. Pigorini", ora all'EUR, sorto inglobando le ricchissime
collezioni qui conservate nel Seicento dal P. Atanasio Kircher, a
carattere storico-artistico, etnografico e naturalistico. |