Altra
chiesa pressoché ignota alla maggior parte dei romani, isolata sopra
l'alto muraglione che contiene lo sperone dell'Esquilino tagliato per
l'apertura di via Cavour e di via degli Annibaldi, e soprattutto
oscurata dalla fama della soprastante S.
Pietro in Vincoli col Mosè di Michelangelo. Alla
chiesa si accede girando a destra, a metà della rampa chiamata salita
dei Borgia, che conduce a
S.
Pietro in Vincoli passando sotto il palazzo cosiddetto dei
Borgia, di impianto medievale con una bella loggia cinquecentesca.
La chiesa di S. Francesco di Paola è preceduta dalla mole austera del
convento, di architettura sei-settecentesca, occupato ora dall'istituto
centrale del restauro. Fu costruita nel 1623 da Orazio
Torriani, ampliata nel 1645-1650 e
restaurata e decorata internamente nei primi anni del settecento;
l'interno è a navata unica con volta a botte.
Gli stucchi e le decorazioni, benché settecenteschi, risentono fortemente
dell'influenza borrominiana. Per altri versi, sono presenti elementi di
stile rococò. E' invece di grande sontuosità tardo barocca l'altare
maggiore, opera di G. A. de Rossi (c. 1655), con uno scenografico
panneggio di stucco simulante il bronzo, sorretto da angeli.
Sul retro della chiesa (meglio visibile da piazza S. Pietro in Vincoli), il
campanile, che non altro che la medievale Torre
dei Borgia, alla quale è stata semplicemente aggiunta la
cella campanaria. La chiesa di S. Francesco di Paola è la chiesa
nazionale dei calabresi in Roma.
Girando sul fianco destro della chiesa, per via del
Fagutale, si può
vedere quale squarcio profondo sia stato causato dall'apertura di via
degli Annibaldi alla fine del XIX secolo, separando con una vera e
propria trincea l'estremità sud-ovest dell'Esquilino.
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